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La Finlandia fa strage di 70 mila animali per contrastare l’influenza aviaria

In Finlandia, decine di migliaia di animali da pelliccia verranno abbattuti con lo scopo di contrastare il virus dell’influenza aviaria, ultimamente diffusosi in diversi allevamenti del Paese. “Tutti i visoni provenienti da allevamenti di animali da pelliccia che sono risultati infetti dall’influenza aviaria saranno uccisi”: questo si legge infatti all’interno di una nota [1] dell’Agenzia per l’alimentazione finlandese, la quale comunicando la decisione al pubblico ha specificato da un lato che i visoni potenzialmente infetti saranno tutti rasi al suolo, e dall’altro che “le decisioni di abbattimento riguardanti i procioni e le volpi verranno ancora prese basandosi sul singolo caso”. Nonostante ciò, però, a quanto pare queste ultime saranno massicciamente abbattute, costituendo al momento gran parte degli animali da eliminare: come infatti sottolineato [2] da Terhi Laaksonen, capo del dipartimento dell’Agenzia per l’alimentazione, l’ordine di uccisione riguarda circa 70.000 animali, di cui 30.000 visoni e 40.000 volpi. «L’importo esatto non è ancora noto, perché abbiamo deciso di chiudere solo tre allevamenti di animali da pelliccia»: questo ha però aggiunto Laaksonen, le cui parole portano a pensare che nel prossimo futuro il numero di animali destinati a morire aumenterà.

Il virus, del resto, è stato trovato in venti allevamenti di animali da pelliccia – di cui appunto tre ospitano volpi e visoni – ed il numero degli stessi potrebbe divenire rapidamente maggiore: l’Agenzia per l’alimentazione finlandese, infatti, sta al momento indagando su altri quattro allevamenti, uno dei quali ospita visoni. Questi ultimi, nel caso in cui nell’allevamento dovesse essere riscontrata la presenza del virus, verrebbero certamente uccisi, andandosi così ad aggiungere ai tanti altri esemplari aventi un destino segnato. A prescindere da questo, però, il numero di esemplari da abbattere potrebbe comunque crescere a dismisura, visto che secondo una stima [3] dell’Agenzia per l’alimentazione gli allevamenti di animali da pelliccia presenti in Finlandia sarebbero circa 550.

Una vera e propria bomba ad orologeria sembra quindi pronta a scoppiare, ed a farne i conti sarebbero soprattutto i visoni. Come detto, a loro è stata riservata la linea d’azione più rigida, che prevede l’abbattimento di tutti gli esemplari potenzialmente infetti: una scelta non casuale, rappresentando i visoni una specie particolarmente critica in ottica trasmissione del virus. Come spiegato dall’Agenzia per l’alimentazione finlandese, infatti, i visoni possono rivestire meglio di altri mammiferi il ruolo di “ospiti intermedi” del virus, generando una variante in grado di infettare l’uomo. Un’altra preoccupazione, inoltre, è legata ai virus influenzali che affliggono gli uomini, i quali sono in grado di infettare anche i visoni. A sottolinearlo è stato l’Istituto finlandese per la salute e il benessere, il quale tramite un comunicato [4] ha precisato che “se i virus dell’influenza umana e aviaria infettano contemporaneamente un visone, c’è la possibilità che i geni dei virus si mescolino”, producendo così “un nuovo ceppo virale per l’uomo che accrescerebbe il rischio di una nuova pandemia influenzale”.

Ad incrementare questa possibilità sono stati gli avvenimenti verificatisi in Finlandia quest’estate, durante la quale sono state riscontrate eccezionali morie di uccelli selvatici a causa dell’influenza aviaria. Da lì, il virus si è diffuso negli allevamenti di animali da pelliccia, provocando un’elevata morbilità e mortalità negli stessi. Gli animali da pelliccia, come detto, rappresentano una fonte di pericolo, che proprio per questo dovrebbe essere eliminata: più che curare i mali, si dovrebbero prevenire, così da evitare di ricorrere al sempre più diffuso [5] e barbaro rimedio rappresentato dall’abbattimento. È anche per motivi del genere, d’altronde, che la Lega Anti Vivisezione (LAV) ha sottolineato [6] che la Commissione europea “deve dare seguito con urgenza all’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) ‘Fur Free Europe'”, organizzata dalla LAV insieme ad altre ONG europee con il fine di vietare gli allevamenti di animali da pelliccia (ed il commercio, compreso l’import). In gioco, del resto, c’è non solo la vita degli stessi ma anche la salute pubblica, messa a rischio proprio dagli allevamenti. L’auspicio, dunque, è che a livello europeo avvenga un cambiamento radicale, mettendo definitivamente fine all’inutile sfruttamento degli animali da pelliccia.

[di Raffaele De Luca]