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Covid, il giudice di pace di Fano annulla le multe ai non vaccinati

Il giudice di pace di Fano ha accolto il ricorso presentato da due 65enni, multati dall’Agenzia delle Entrate per non essersi vaccinati contro il Covid-19, annullando così le sanzioni a loro carico. In quanto over 50, i due cittadini avrebbero dovuto sottoporsi al ciclo vaccinale da tre dosi varato dal governo Draghi, pena una multa da 100 euro. All’arrivo della sanzione, la coppia fanese si è rivolta all’avvocato, avanzando un ricorso al giudice di Pace. Quest’ultimo ha accolto la richiesta di annullamento, sostenendo che “l’efficacia vaccinale non può ritenersi provata quale strumento di prevenzione tenuto conto del fatto notorio che soggetti vaccinati possono contrarre e trasmettere il contagio, quindi sia i vaccinati che i non vaccinati debbono essere trattati come soggetti tra loro equivalenti”. Soltanto nelle Marche si contano 10mila casi simili a quello dei due cittadini di Fano, che potrebbe fare da apripista e avviare una serie di annullamenti.

“È notorio che i vaccini che sono in commercio non sono idonei ad impedire il contagio e di contagiare non appaiono strumenti di prevenzione, rivelandosi [1] percentualmente idonei in misura né pari ne vicina al 100% ma di fatto prossima allo zero”, continua a motivare il giudice nella sentenza, la quale si ispira alla decisione del tribunale penale di Napoli di reintegrare un militare non vaccinato. Anche in questo caso nelle motivazioni si legge “che un vaccinato può contagiare ed essere contagiato come un non vaccinato”, facendo venir meno le basi d’appoggio dell’obbligo. Pericle Tajariol, giudice di pace di Fano, ha poi fatto riferimento all’articolo 32 della Costituzione, che tutela la salute come fondamentale diritto dell’uomo e interesse della collettività. I trattamenti sanitari speciali, come può  essere l’obbligo vaccinale, vengono tollerati in caso di rispetto della persona e del suo stato di salute. “Ritenere compatibili con l’articolo 32 della Costituzione quei trattamenti sanitari obbligatori che provocano [2] effetti avversi gravi e anche fatali non appare conclusione condivisibile in quanto violerebbe i limiti imposti dal rispetto della persona umana”, ha scritto Tajariol.

[di Salvatore Toscano]