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Le impressionanti fortune (spesso rubate) ereditate da re Carlo III d’Inghilterra

La scomparsa della regina Elisabetta II ha comportato non solo il trasferimento della corona al suo primo figlio, Carlo, adesso con il nome reale di Carlo III, ma anche uno spostamento della sua ricchezza personale e di tutto quanto ricade sotto il controllo e la gestione della Corona inglese. Le ricchezze della famiglia reale britannica sono enormi e comprendono beni tangibili, immobili e mobili, così come le rendite dei ducati ma anche il valore intangibile generato dal marchio della Corona. Molti di questi sono tra l’altro beni a tutti gli effetti rubati alle ex colonie, che da tempo ne reclamano la restituzione. Fare un censimento completo dei beni a disposizione della famiglia reale inglese è impossibile, ma ogni stima disponibile porta a cifre impressionanti.

La fortuna personale della scomparsa regina, composta da gioielli, opere d’arte, investimenti e immobili – tra cui il castello di Balmoral in Scozia, dove si è spenta – per un valore totale di circa 500 milioni di dollari, secondo le stime [1] di Forbes. Carlo III potrà godere dell’intera ricchezza della madre poiché la famiglia reale è esente da tasse di successione che, nel caso specifico, avrebbero sottratto circa 200 milioni di dollari al nuovo sovrano. Prima di diventare re, Carlo ha ricoperto il ruolo di duca di Cornovaglia – sempre detenuto dalla persona che è erede al trono, quindi adesso passato al principe William – e questo gli ha permesso di guadagnare circa 25 milioni di dollari all’anno.

Oltre alle ricchezze personali di ogni membro della famiglia reale, vi è poi quella ricchezza che appartiene alla Corona ma che non è interamente nella sua disponibilità in quanto impossibilitata ad alienarla. Le stime variano molto ma comunque si parla sempre di decine di miliardi di dollari. Sempre Forbes [1] stima in 28 miliardi di dollari il valore della fortuna [2] reale britannica, gestita tramite Monarchy PLC, o Crown Estate, società che controlla tutte le terre e le proprietà del monarca britannico, chiunque esso sia. Infatti, la famiglia reale ha solo una quantità limitata di controllo sulla Crown Estate, da cui riceve però lauti dividendi, gestita da un consiglio indipendente per conto della monarchia. Crown Estate è un portafoglio finanziario di proprietà della Corona britannica ma al contempo non è una proprietà privata personale del monarca regnante; né gli immobili né le entrate da questi derivanti appartengono al monarca. La Crown Estate Commissioners gestisce la società e deve rispondere al Parlamento, oltre a versare ogni anno le entrate al Tesoro inglese. Crown Estate, Monarchy PLC, versa comunque alla famiglia reale una quota delle entrate. In altre parole, la Crown Estate è una società che appartiene all’istituzione monarchica senza però essere una proprietà personale del monarca regnate e/o della sua famiglia, seppur percepisca una quota delle entrate. La Crown Estate è proprietaria di castelli, terreni, tenute, ducati, foreste, parchi e fondali marini in vaste zone della Gran Bretagna.

Nel 2017, la società Brand Finance aveva condotto uno studio [3] il cui risultato quantificava in circa 84 miliardi di dollari il valore della monarchia inglese. I beni tangibili della monarchia, come la Crown Estate, i ducati di Lancaster e Cornovaglia e la Royal Collection, compresi i gioielli della corona, ammontano ad un valore di 32 miliardi di dollari mentre il valore intangibile, inteso come il valore attuale dei benefici che la monarchia dovrebbe portare all’economia britannica nel corso degli anni, costituisce i restanti 52 miliardi di dollari. Nel suo studio, Brand Finance ha calcolato che nel 2017 la monarchia ha “generato un aumento lordo di 1,766 miliardi di sterline per l’economia del Regno Unito. Il contributo include il surplus della Crown Estate e l’effetto indiretto della monarchia su varie industrie. Il rispetto per l’istituzione aumenta il prezzo e il premio di volume dei marchi che vantano un Royal Warrant o uno stemma; il fascino dello sfarzo e delle circostanze ambientato nelle residenze reali viventi attira milioni di turisti; la mistica che circonda la monarchia si aggiunge alla popolarità di spettacoli come The Crown e Victoria che offrono uno scorcio della vita privata della famiglia reale”.

Comunque si voglia calcolare la ricchezza e il valore della monarchia, la famiglia reale dispone certamente di una vastissima fortuna costruita in punta di spada grazie a secoli di imperialismo [4], con vaste parti del mondo che certamente non sentono il bisogno di celebrare lo sfarzo di riti che, in buona parte, si nutrono di oggetti sottratti e derubati alle ex colonie. Una protesta che si è rinvigorita dopo la morte di Elisabetta II, con diversi Paesi del vecchio dominio inglese che hanno chiesto la restituzione [5] dei gioielli nazionali, come l’India – che reclama il Koh-i-Noor, diamante da 105 carati sottratto dopo la conquista del Punjab – o il Sudafrica, che chiede la restituzione del Great Star of Africa, una gemma da 500 carati che si ritiene valga circa 400 milioni di dollari.

[di Michele Manfrin]