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Rigassificatore, la lotta di Piombino non si ferma: denunciata la multinazionale SNAM

Lo scorso 3 febbraio l’Unione sindacale di base (USB) ha denunciato il colosso energetico SNAM alla procura della Repubblica di Livorno per “gravi reati ambientali”. Gli illeciti commessi, denuncia il sindacato, sarebbero stati riscontrati nella realizzazione del rigassificatore nel porto del Comune di Piombino, la cui messa in piedi ha potuto prendere il via a seguito dell’autorizzazione del Commissario straordinario e presidente della Regione Eugenio Giani, e nonostante la ferma opposizione dell’amministrazione comunale e della cittadinanza.

All’interno della denuncia, riferisce [1] il sindacato, sono state segnalate “le caratteristiche di Piombino come sito già sottoposto a bonifica in ragione dell’alta percentuale di inquinamento accumulata negli anni, che ha provocato una forte insorgenza di malattie tumorali e degenerative”. Con la messa in piedi del progetto del rigassificatore, quindi, si andrebbero a sommare alla situazione già presente “gravi e irreparabili lesioni” per i cittadini e il territorio. Alla denuncia sono state allegate anche le prove delle condotte denunciate. Il giorno successivo, WWF e Greenpeace hanno emesso un comunicato [2] nel quale rinnovano la loro opposizione alla realizzazione del progetto, per il quale non è stata portata a termine alcuna Valutazione di impatto ambientale (VIA). “Scarsissima attenzione”, riportano le associazioni, “è stata prestata inoltre allo studio delle emissioni e degli inquinanti, che pure avrebbero meritato maggiori approfondimenti istruttori, come peraltro sottolineato dallo stesso Istituto Superiore di Sanità e dall’ISPRA”.

Ad oggi, nonostante le proteste della popolazione e di varie istituzioni a tutela dell’ambiente, il progetto prosegue indisturbato nella sua messa in piedi, forte anche dell’ultima sentenza [3] del TAR, che ha respinto la richiesta di sospensione cautelare presentata dal Comune alla fine dello scorso anno. Secondo i giudici, infatti, la documentazione presa in esame “non ha dato evidenza di palesi anomalie nello sviluppo del procedimento, né di incontrovertibili carenze istruttorie” che giustificassero la sospensione della realizzazione del progetto.

[di Valeria Casolaro]