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Nuovo scandalo al Parlamento UE: francesi indagati per appropriazione di fondi pubblici

Piove sul bagnato a Strasburgo, sede del Parlamento Europeo. Dopo lo scandalo del Qatargate [1], 13 ex eurodeputati francesi sono finiti nel mirino della Procura di Parigi che, dopo cinque anni di indagini, li ha accusati di assunzione irregolare di assistenti parlamentari e appropriazione di fondi pubblici. In poche parole, i funzionari appartenenti al Partito Democratico Europeo (EDP) avrebbero usato i fondi comunitari per assumere assistenti e portaborse e metterli a servizio del proprio partito nazionale, il Movimento Democratico (MoDem), che oggi occupa 48 seggi (su 577) nella Camera più importante del Parlamento francese, l’Assemblée nationale. Coinvolto nello scandalo anche François Bayrou, fondatore e presidente delle due formazioni politiche, nonché più volte ministro negli ultimi esecutivi e alleato di Emmanuel Macron. La Procura parigina ha chiesto di dare seguito alle indagini e avviare dunque il processo contro i 13 funzionari.

L’uragano che si è abbattuto sul Parlamento Europeo, istituzione rappresentativa per eccellenza, non accenna a lasciare Strasburgo. Tra il 2009 e il 2014, 13 eurodeputati francesi avrebbero fatto uso di fondi pubblici indebitamente, per un danno alle casse comunitarie pari a 1,4 milioni di euro. Tra le persone coinvolte nelle indagini, oltre a François Bayrou, figurano anche l’ex ministro della Giustizia Michel Mercier, ai tempi del governo Sarkozy, e l’attuale vice governatore della Banca di Francia Sylvie Goulard. Il MoDem non è nuovo a episodi di illegalità; nel 2017, un’inchiesta giornalistica travolse il partito e, per motivi simili all’attuale scandalo, i politici centristi Jean-Luc Bennhamias e Nathalie Griesbeck furono condannati a versare un indennizzo di 45 e 100 mila euro al Parlamento Europeo. 

[di Salvatore Toscano]