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Processo Askatasuna: la Cassazione smonta il teorema accusatorio contro i No Tav

Nel pomeriggio di venerdì 16 dicembre a Torino si è svolta una conferenza stampa, indetta dagli attivisti del centro sociale Askatasuna, dello Spazio Neruda e del movimento No TAV, riguardante le conclusioni della Cassazione in merito alle misure cautelari proposte dai pm nell’ambito del processo [1] per associazione a delinquere. La Cassazione, riferiscono i militanti, non ha ritenuto sufficienti le motivazioni fornite in sede di riesame dai pm per giustificare il reato di associazione a delinquere, motivo per il quale le misure cautelari corrispondenti a tale reato sono state annullate ed è stato disposto il rinvio al tribunale del Riesame, con invito a rifare il procedimento. Al momento si dispone solamente del dispositivo della Cassazione: per le motivazioni sarà necessario attendere qualche altro giorno.

«L’accusa cardine dell’intero procedimento, ovvero quella di associazione a delinquere, è stata bocciata in prima battuta dal primo tribunale esterno a quello torinese» ha dichiarato [2] Dana Lauriola, attivista No TAV, nel corso della conferenza stampa. La decisione della Cassazione, viene tuttavia specificato, fa riferimento solamente alle misure cautelari richieste per il reato di associazione a delinquere: il processo principale, che vede imputati diversi militanti delle realtà di lotta sopra citate, proseguirà normalmente e i giudici non saranno obbligati a tenere conto di quanto disposto dalla Cassazione. La Corte ha tuttavia disposto misure cautelari per altri reati nei confronti di alcuni militanti: si tratta, nello specifico, di un ritorno in carcere, quattro domiciliari e tre divieti di dimora in Val di Susa con obbligo di firma.

Il processo per associazione a delinquere contro il centro sociale Askatasuna, lo Spazio Neruda e il movimento No TAV giunge al termine di un’indagine iniziata nel 2019 dagli agenti della Digos e protrattasi per tre anni. Nella fase iniziale del procedimento i pm avevano ipotizzato il reato di associazione a delinquere con scopo sovversivo, la quale era decaduta in sede di Riesame perché il gruppo incriminato era stato valutato privo delle capacità e delle finalità di sovvertire l’ordine costituito dello Stato e quindi riconvertita in sola associazione a delinquere.

[di Valeria Casolaro]