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Nantes combatte la crisi coltivando cibo sano e gratuito con gli orti solidali

Gli spazi verdi della città utilizzati per coltivare ortaggi locali e freschi così da assicurare cibo sano ai più bisognosi. Si tratta del Nantes Paysages Nourriciers [1], non un’utopia ma un’idea divenuta realtà [2] nella città francese di Nantes per far fronte alla crisi economica e sociale acuitasi durante le restrizioni pandemiche, messo in pratica per la prima volta nel 2020. Il progetto promosso dall’amministrazione della città francese sta ispirando il resto d’Europa in quanto potrebbe rappresentare una delle soluzioni volte all’applicazione dell’osannato Green Deal Europeo (che procede a rilento [3]) e rappresenta altresì un modo per sensibilizzare e accorciare distanze. Gli orti solidali, coltivati dai giardinieri comunali con l’aiuto di volontari e residenti, rendono viva la comunità cittadina che si impegna nella raccolta e nella distribuzione degli ortaggi, donati poi gratuitamente alle famiglie a basso reddito.

Terza edizione di Paysages Nourriciers, il momento del Festival del Raccolto, fonte: https://metropole.nantes.fr/actualites/2022/environnement-nature/fete-des-recoltes

La terza edizione dell’iniziativa [4], nata per fare fronte alla crescente insicurezza alimentare, si è appena conclusa con gran successo. In soli due giorni più di 150 abitanti hanno collaborato per la raccolta di 2.500 zucchine e 1.200 cavoli piantati dai giardinieri comunali. E pensare che doveva essere solo “Un esperimento con un obiettivo solidale” com’era stato definito inizialmente, appena dopo il primo confinement; ma da giugno 2020 a oggi Nantes Paysages Nourriciers è sinonimo di sicurezza alimentare e solidarietà. Da tre anni vengono forniti ortaggi freschi agli abitanti bisognosi, distribuiti gratuitamente dalle associazioni impegnate nell’aiuto alimentare e dai cittadini vogliosi di dare il proprio contributo. Gli orti solidali sono stati salvifici per le famiglie che hanno risentito maggiormente le conseguenze crisi, e anche utili per il resto della comunità sia sul fronte economico che educativo. Inoltre i prodotti sono naturali e locali e non vengono utilizzati pesticidi: un vero “bio” urbano, in cui si trovano «patate da semina (biologiche) che giungono direttamente da Parthenay, piantine di ortaggi dai vivai Renaud de Vertou, paglia da un Gaec de Carquefou».

Quest’anno in tutto sono stati coltivati 24 orti distribuiti negli 11 distretti di Nantes. Una prima metà è stata gestita dalle associazioni e i 12 restanti sono invece stati affidati ai giardinieri comunali, per un totale di 7.000 metri quadrati coltivati ​​all’interno dell’ambiente urbano e 10 tonnellate di verdure prodotte nella sola estate, nonostante temperature atipiche. Le famiglie che solo quest’anno hanno potuto beneficiare dei frutti dell’iniziativa sono state ben 1.500, alle quali è stato anche dato modo di partecipare ai 150 laboratori e attività creati intorno agli orti urbani. L’esempio già buono è poi pronto a crescere, basti pensare come il progetto iniziale abbia previsto un totale di 50 siti produttivi [2] sparsi negli 11 distretti di Nantes assicurando fin dall’inizio la consegna di paglia, compost e piante da orto ai quattro angoli della città. E mentre la Francia sta dando esempio positivo di come rendere le città meno grigie e più ospitali, prediligendo la salute e il benessere, non tutti i Paesi dell’Unione [5] si stanno impegnando allo stesso modo. Si ricorda tra i tanti esempi il caso di Valle Fontana [6], in cui sta praticamente accadendo il contrario di quel che avviene a Nantes: l’ultimo lembo di campagna romana sta per essere cancellato.

[di Francesca Naima]