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Speciale elezioni, l’identikit dei partiti: Lega

Mancano appena due settimane alle elezioni del 25 settembre che vedranno gli italiani impegnati a votare per i prossimi rappresentanti parlamentari. I partiti hanno presentato i propri programmi e la redazione de L’Indipendente punta a offrire una riflessione critica sulle loro proposte e sull’operato passato, in vista di un voto consapevole. Dopo aver analizzato le intenzioni di Fratelli d’Italia [1] e Partito democratico [2], è arrivato il turno della terza forza politica secondo i sondaggi: la Lega, che ha presentato un programma [3] di oltre 200 pagine.

Carta d’identità

Capo politico: Matteo Salvini

Orientamento politico: destra

Ultima legislatura: al governo durante il Conte I e il Draghi; 123 deputati e 58 senatori.

Coalizione: centro-destra (insieme a Fratelli d’Italia, Forza Italia e Noi moderati).

Slogan e programma

“L’Italia che vogliamo”

Giovani e istruzione

Economia e lavoro

Diritti

Beni comuni

Politica estera

Politiche sanitarie

Riforme costituzionali proposte

Il presidenzialismo alla francese (o semi-presidenzialismo), che stravolgerebbe la natura parlamentare della Repubblica, a favore di un esecutivo diviso tra il Capo dello Stato e il governo.

Considerazioni

“Il Memorandum con la Libia sottoscritto dall’Italia nel 2017 si è confermato quale strumento utile per contrastare i flussi illegali diretti verso il nostro Paese, salvare vite umane e fronteggiare le organizzazioni criminali che sfruttano la tratta dei migranti”. Parzialità di informazione, dal momento in cui non vengono citati i crimini [5] “legalizzati” proprio grazie al Memorandum. Ne parlano, invece, diverse Ong, tra cui Human Rights Watch [6].

La Lega, almeno a detta dei sondaggi, vivrà la prossima legislatura all’ombra di Fratelli d’Italia. Questo ridimensionerà il programma singolo presentato da Matteo Salvini in via ufficiosa, con due risultati possibili per i punti conflittuali (come la revisione/abolizione del reddito di cittadinanza): soluzione a vantaggio del partito guidato da Giorgia Meloni, accompagnata da piccole consolazioni, o rottura. Persistono dubbi sull’effettiva possibilità di tenere Salvini come secondo al comando ed egli, in effetti, non perde occasione per parlare alla pancia degli italiani e tentare l’assalto alla leadership. Si pensi alla tavola rotonda al Forum Ambrosetti [7], quando Salvini si è smarcato dalla linea ufficiale, e atlantista, della coalizione per proporre una revisione delle sanzioni alla Russia, provocando l’imbarazzo (o irritazione?) di Giorgia Meloni.

Interessante l’impegno della Lega per i giovani e la scuola, soprattutto con la proposta dei libri gratuiti o detraibili per gli studenti delle elementari, medie e superiori. Peccato che il confronto con la realtà mostri la strumentalizzazione del diritto allo studio. La Lombardia, una regione da anni amministrata e governata dalla Lega, rappresenta uno dei casi in cui il diritto allo studio è meno garantito, con criteri di attribuzione delle agevolazioni quasi esclusivamente basati sul merito che non tengono conto del fattore economico e delle difficoltà in tal senso di centinaia di migliaia di famiglie.

*A fine luglio, il ddl Concorrenza è stato approvato alla Camera dei Deputati con 345 voti favorevoli e 41 contrari, questi ultimi provenienti dai banchi di Fratelli d’Italia e Alternativa. Il partito guidato da Giorgia Meloni ha prontamente rivendicato di essere stata l’unica forza di centro destra a opporsi alla norma, con la Lega ha invece fatto leva sul vago, discrezionale e ambiguo concetto di “responsabilità”, ribadendo (come più volte fatto da Bruxelles) la centralità della norma nel rispetto degli impegni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR [8]) e nell’accesso ai fondi comunitari.