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Una persona è guarita misteriosamente dall’HIV, la sua storia può segnare la terapia

Un uomo di 66 anni, di origini statunitensi, è il quarto caso al mondo [1] di “guarigione” dal virus dell’HIV dopo esserne stato infetto per più di trent’anni. Come dichiarato dal City of Hope National Medical Center di Duarte, in California – l’ospedale che ha tenuto in cura il paziente – l’uomo sarebbe attualmente in remissione –  che si verifica quando la gravità dei sintomi di una determinata malattia si attenuano gradualmente – e da oltre 17 mesi ha smesso di seguire il trattamento antiretrovirale (che riduce e contiene cioè la replicazione del virus). La causa che ha permesso la guarigione è sotto indagine da parte dei medici, visto che ancora non esiste una cura conosciuta contro il virus.

Secondo i medici, l’ipotesi più probabile è quella che la remissione dell’HIV si sia causata grazie al trapianto di midollo osseo con cellule staminali – proveniente da un donatore naturalmente resistente al virus dell’HIV e in grado di tenere lontana l’infezione grazie ad una rara mutazione genetica – a cui il paziente è stato sottoposto. Dopo l’intervento, infatti, l’uomo non ha più presentato alcuna traccia del virus nel sangue. Dopo il trapianto tutti i test effettuati hanno mostrato lo stesso risultato: apparentemente il suo organismo non è più in grado di replicare l’HIV.

Tuttavia, nonostante le parole incoraggianti [1] di Jana Dickter, medico specializzato in malattie infettive presso il City of Hope National Medical Center («Siamo stati entusiasti di fargli sapere che il suo Hiv è in remissione e che non ha più bisogno di prendere la terapia»), i trapianti di midollo osseo non sono la soluzione e non cambieranno radicalmente le cose. Di fatti si tratta di “una procedura complessa con potenziali effetti collaterali significativi. Quindi, non è davvero un’opzione adatta per la maggior parte delle persone che vivono con questa patologia”, anche se i ricercatori sono invece al lavoro per capire come (e se) poter sfruttare la caratteristica genetica del donatore di midollo del 66enne, che come abbiamo detto si è mostrato naturalmente immune al virus.

Quello che vi abbiamo raccontato non è il primo caso di guarigione da HIV. Prima del 66enne americano ci sono state altre tre persone dichiarate dai medici “guarite”. Il primo caso è quello di Timothy Ray Brown [2], avvenuto nel 2011 e meglio conosciuto come il paziente di Berlino.

Viene spontaneo, dopo aver letto notizie di questo tipo, chiedersi una cosa: perché ancora non esiste una cura o un vaccino contro l’HIV? Nonostante gli studi vadano avanti da anni, è difficile per la scienza contrastare un virus di questo tipo, proprio per le sue caratteristiche. Questo infatti può nascondersi nella cellula ospite a lungo, senza farsi mai “vedere”. Il fatto di non poterlo mai tenere totalmente sott’occhio significa che non basta eliminare le particelle virali tramite gli anticorpi (come agiscono i vaccini) perché l’infezione potrebbe in realtà non morire. Il virus si integra nel patrimonio genetico e muta costantemente: un vaccino valido, quindi, dovrebbe essere in grado di considerare e combattere tutte queste variabili.

Tuttavia fortunatamente negli anni le aspettative di vita – almeno in Occidente – per chi è affetto da HIV sono migliorate molto [3], grazie alle moderne terapie. Il paziente può di fatto condurre una vita normale, a patto che l’infezione venga “presa” in tempo e che quindi permetta alle cure di poter agire. Nei paesi più poveri [4] è difficile che accada, e molte persone muoiono ancora di AIDS o di patologie ad essa collegate.

[di Gloria Ferrari]