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Andrea Soldi morì di TSO: confermate le condanne a vigili e psichiatra

Sono state confermate le condanne a 18 mesi per i tre vigili e lo psichiatra che il 5 agosto 2015, a Torino, eseguirono con troppa violenza un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) sul 45enne Andrea Soldi, causandone la morte. Andrea aveva infatti cercato di opporre resistenza ai tentativi delle autorità di effettuare il Trattamento, motivo per il quale è stata praticata su di lui una mossa di soffocamento che si è rivelata fatale in moltissimi [1] altri casi in tutto il mondo e che prevede l’immobilizzazione delle braccia dietro la schiena e l’inibizione della resistenza del soggetto tramite la stretta di un braccio intorno al collo.

Andrea Soldi era affetto da schizofrenia ed era solito trascorrere le sue giornate sedute su di una panchina in piazza Umbria, sulla quale il Comune di Torino ha affisso una targa commemorativa con sopra inciso il monito “che non accada mai più”. La mattina del 5 agosto 2015 Andrea, che si trovava seduto su quella panchina, viene raggiunto [2] da tre vigili urbani e lo psichiatra che lo ha in cura presso l’Asl su segnalazione del padre, preoccupato dal fatto che il figlio da diversi mesi non assumesse gli psicofarmaci prescritti. Alla resistenze opposte dall’uomo al tentativo delle autorità di effettuare un TSO, i vigili lo gettano a terra, gli bloccano le braccia dietro la schiena e lo immobilizzano stringendogli un braccio intorno al collo. Andrea viene poi gettato prono sulla barella dell’ambulanza, nonostante mostrasse già segni di difficoltà respiratorie. Morirà ancora prima di arrivare in ospedale.

Il referto [3] dell’esame autoptico parlerà di decesso “per una violenta asfissia da compressione e ostruzione della parte alta delle vie aeree e per una dissociazione elettromeccanica del miocardio”: Andrea è stato ucciso da una manovra di “strozzamento atipico” la quale “provocava la compressione delle strutture profonde vascolonervose del collo. Di conseguenza perdeva coscienza e veniva in tale stato ammanettato”. A dare il colpo finale all’uomo proprio le modalità di trasporto, poiché quella posizione “data anche la sua mole, era incompatibile con una ventilazione efficace e con il mantenimento manuale della maschera di ossigeno”.

In poche parole Andrea, soggetto fragile, è morto soffocato per mano di quelle stesse istituzioni atte alla sua tutela. «Per noi la condanna è morale» ha commentato la sorella [4], «un segno perché quello che è accaduto ad Andrea non accada più ad altri», aggiungendo poi «continuerò ad andare in mezzo alle persone fragili, alle famiglie, ai giovani, per dire che i TSO devono cambiare ma soprattutto che è necessario investire più risorse sulla salute mentale, occuparsi di più non solo di chi è malato ma anche delle famiglie, creare centri diurni che non siano solo parcheggi». Come ha commentato anche Amnesty [5] riguardo alla sentenza, ciò che realmente serve è «una riforma dei servizi dedicati alla salute mentale».

«La sentenza della Corte di Cassazione restituisce alla famiglia di Andrea Soldi un minimo senso di giustizia e afferma che a Torino, il 5 agosto 2015, ebbe luogo, e non per la prima volta in situazioni del genere, una grave violazione dei diritti umani: un TSO illegittimo eseguito con una violenza ingiustificata, ingiustificabile e purtroppo letale. L’ennesimo caso in cui lo Stato si è abbattuto sulle fragilità anziché proteggerle» commenta Riccardo Noury, portavoce della ONG.

[di Valeria Casolaro]