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Energia: il governo Draghi protegge l’ENI cancellando la tassa sugli extraprofitti

Nella serata di giovedì 30 giugno, il Consiglio dei ministri ha approvato [1] il nuovo Decreto Bollette, contenente “misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale per il terzo trimestre 2022 e per garantire la liquidità delle imprese che effettuano stoccaggio di gas naturale”. Un provvedimento che impegnerà le casse dello stato italiano per 3 miliardi di euro e che non intaccherà gli extraprofitti conseguiti dalle imprese che importano gas in Italia a un prezzo molto più basso di quello di vendita. Tradotto, il governo Draghi ha deciso di proteggere gli utili di ENI, rafforzando i rapporti lungo l’asse esecutivo-De Scalzi, l’amministratore delegato della multinazionale energetica che negli ultimi mesi ha accompagnato [2] il ministro degli Esteri Luigi di Maio nelle spedizioni alla ricerca di gas e petrolio tra Africa e Medio Oriente.

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Articolo 5 del Decreto Bollette sparito dalla stesura finale

Dal provvedimento definitivo è stata eliminata la disposizione che da settimane circolava in diverse bozze e riguardava la previsione di una tassa sugli extraprofitti delle compagnie energetiche. Le aziende che hanno stipulato contratti di importazione di lungo termine avrebbero così versato alla Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA) un importo calcolato a partire dalla differenza tra il prezzo finale di vendita del gas e il costo di approvvigionamento medio. La misura avrebbe riguardato in modo particolare ENI, dal momento in cui gestisce oltre la metà del gas che rivende in Italia attraverso contratti di questo genere, continuando lungo la direzione tracciata lo scorso aprile, quando nel Decreto Aiuti è stato inserito un contributo una tantum sugli extraprofitti, sdoppiato in due rate (giugno e novembre) per mitigare i malumori delle aziende energetiche coinvolte. La tassa inserita inizialmente dal governo Draghi nel Decreto Bollette avrebbe coperto un periodo di soli tre mesi per un contributo comunque esiguo (10% di un importo ancora da definire nei dettagli), rappresentando tuttavia un precedente sfavorevole alle grandi imprese del settore, capeggiate da ENI, che nel primo trimestre del 2022 ha registrato [4] un utile netto adjusted di 3,27 miliardi di euro, in crescita rispetto al periodo precedente grazie al «forte scenario prezzi».

Il caro vita e l’aumento dei prezzi non agevolano invece le famiglie italiane, che nei prossimi mesi – stando ai dati dell’Unione Nazionale Consumatori – si ritroveranno a fare i conti con bollette più salate dell’81,3% nel caso dell’energia e del 46% in quello del gas. Ciò significa che nel terzo trimestre del 2022 la bolletta della luce segnerà +127 euro nel confronto con il corrispondente periodo dell’anno scorso, passando, per la famiglia tipo, da 155 a 282 euro.

[di Salvatore Toscano]