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OMS: in autunno dose di vaccino aggiornato per tutti, anche senza dati

Secondo quanto riferito dal pool di esperti del Gruppo di Consulenza Tecnica per il Covid-19 dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il virus del Covid-19 continuerà a circolare nei prossimi mesi, provocando l’insorgere di nuove varianti. Le modalità in cui questo avverrà e le caratteristiche delle varianti rimangono al momento incerte, tuttavia basandosi sui dati della protezione offerta dal virus originale, il Gruppo ha raccomandato la somministrazione di dosi booster di vaccino contenente la variante Omicron, in quanto potrebbe «probabilmente» generare una risposta anticorporale.

La protezione [1] offerta dai vaccini, sostengono gli esperti, mira a ridurre i ricoveri e i decessi e contenere la gravità del decorso della malattia. Tuttavia, tutti i dati sino ad ora a disposizione riguardano la vaccinazione contro il virus «che è stato identificato dai primi casi di COVID-19 nel dicembre 2019». Proprio l’incertezza dell’evoluzione del virus porterebbe, secondo il Gruppo di Consulenza, alla necessità di una protezione più ampia nei confronti delle varianti in circolo. Così, l’inclusione della variante Omicron in una nuova composizione aggiornata del vaccino potrebbe essere, a loro parere, utile da somministrare come dose booster. Sono gli stessi esperti, tuttavia, a dichiarare che non vi siano dati sufficienti per sancire la certezza dell’efficacia di un vaccino del genere. La risposta anticorporale attivata da Omicron potrebbe essere probabile, ma non certa.

A maggior ragione, i dati sul funzionamento di vaccini contro ulteriori varianti costituiscono al momento solamente delle ipotesi. Per quanto l’efficacia di simili vaccinazioni sia solo presunta, il gruppo «incoraggia fortemente la generazione di dati clinici sulle risposte immunitarie nell’uomo a una serie primaria e/o a una dose di richiamo di vaccini specifici per Omicron, attraverso diverse piattaforme vaccinali».

L’amministratore delegato e fondatore della tedesca BioNTech, la quale produce il vaccino Pfizer, avrebbe inoltre sostenuto [2] la necessità di lanciare una campagna vaccinale di vaccini contro le sottovarianti di Omicron già in autunno, vista la loro rapida diffusione. A suo parere, dilungarsi in una fase sperimentale a questo punto sarebbe del tutto inutile, vista la somiglianza dei nuovi vaccini con quelli già somministrati. Per effettuare studi clinici sui nuovi vaccini, sarebbero necessari infatti fino a 7 mesi.

Insomma il vaccino non c’è, i dati sul suo funzionamento costituiscono solamente ipotesi ma c’è già chi prevede una campagna autunnale [3] di massa che non passi nemmeno per la sperimentazione clinica. Il tutto nonostante le dosi booster già esistenti siano state rifiutate da un numero sempre maggiore di cittadini, motivo per il quale l’Europa già cercava una via d’uscita per limitare le forniture.

[di Valeria Casolaro]