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Cosa contiene il nuovo decreto riaperture votato (come al solito) con voto di fiducia

Nella giornata di oggi la Camera dei Deputati ha approvato, con 316 voti favorevoli, 48 contrari e 6 astenuti, il disegno di legge di conversione del cosiddetto decreto riaperture [1], contenente le “disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza”. Il testo [2], sul quale il governo ha posto (come al solito [3]) la fiducia martedì scorso, dovrà ora passare all’esame del Senato ed essere convertito in legge entro il 23 maggio, motivo per cui sembra altamente probabile che la fiducia verrà posta anche a Palazzo Madama e che vi sarà la sua approvazione. Il decreto riaperture, tuttavia, non pare essere totalmente in linea con quella che dovrebbe essere la sua natura: tra le altre cose, infatti, fino al 15 giugno la mascherina dovrà essere indossata in determinati luoghi al chiuso così come continuerà ad esservi l’obbligo vaccinale per il personale scolastico.

Per quanto concerne le mascherine, nello specifico la FFP2 viene prescritta su tutti i mezzi di trasporto pubblico locale e a lunga percorrenza – come treni, aerei, traghetti e bus –  e sarà ancora necessaria anche per gli spettacoli e gli eventi sportivi al chiuso. Nei Cinema, nei teatri e nei palazzetti sportivi, dunque, si dovrà continuare a rispettare l’obbligo di indossare tali dispositivi di protezione. Oltre a ciò, ad eccezione dei bambini di età inferiore ai 6 anni, gli studenti dovranno continuare ad indossare la mascherina di tipo chirurgico in classe fino al 15 giugno, ossia fino alla fine dell’anno scolastico.

Il vaccino anti Covid, poi, come anticipato resterà obbligatorio fino al 15 giugno per tutto il personale scolastico. Secondo il decreto, infatti, la vaccinazione costituisce requisito essenziale per lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni ragion per cui, in caso di inosservanza di tale imposizione, il personale docente ed educativo verrà impiegato in attività di supporto all’istituzione scolastica non potendo recarsi in classe. Una disposizione che, come abbiamo già sottolineato [4] in passato, inevitabilmente determina una disparità di trattamento tra i docenti vaccinati e quelli non vaccinati, di fatto privati del diritto ad insegnare. Oltre a questo, con il decreto riaperture viene anche esteso fino al 31 dicembre 2022 l’obbligo vaccinale per i professionisti sanitari e per i lavoratori del settore sanitario e socio-sanitario ed assistenziale, oltre che per i soggetti che svolgono la propria attività lavorativa nelle strutture residenziali, socio-assistenziali e socio-sanitarie. Per questi ultimi, la vaccinazione costituisce un requisito essenziale per svolgere il proprio lavoro.

Detto ciò, tali disposizioni non sono certamente state accolte con favore dalla totalità della popolazione: basterà citare la posizione degli esercenti delle sale cinematografiche, che contestano ampiamente quanto stabilito nei loro confronti. «La misura imposta alle sale cinematografiche è inammissibile e incomprensibile», ha affermato [5] in tal senso Simone Gialdini, direttore generale dell’Associazione nazionale esercenti cinema (Anec). «Una ulteriore penalizzazione che non è più accettabile e rischia di segnare la definitiva chiusura di molti cinema. Dopo due anni, il 1° maggio segna l’allentamento dei protocolli per tutte le attività commerciali ma non per lo spettacolo al chiuso. Ci siamo rivolti al presidente del Consiglio Mario Draghi perché possa intervenire. Siamo l’unico paese in Europa che mantiene provvedimenti restrittivi», ha poi aggiunto Gialdini.

Inoltre, il decreto riaperture consente ai cittadini di rivolgersi alle farmacie per la vaccinazione sia contro il virus Sars-CoV-2 sia contro l’influenza stagionale: nello specifico, il testo prevede che le vaccinazioni contro il Covid e l’influenza in farmacia diventino strutturali e quindi proseguano anche nel periodo post emergenza. Una disposizione che, però, ha ricevuto alcune critiche. tra queste quella del deputato di Alternativa Massimo Enrico Baroni, che tramite un tweet [6] ha affermato: «In caso di effetto avverso, in assenza di anamnesi, speriamo che il farmacista abbia il numero dell’ambulanza con medico a bordo». «A quanti diranno che il farmacista già poteva vaccinare (legge emergenziale Covid), sappiate che era possibile solo alla presenza di un medico, ora possono farlo da soli», ha inoltre aggiunto [7] Baroni.

Infine, ieri è stato confermato [8] un protocollo [9] sottoscritto da governo e parti sociali il 6 aprile 2021 che prevede, tra le altre cose, l’uso obbligatorio delle mascherine “in tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, al chiuso o all’aperto”. In questi casi, almeno fino al 30 giugno, sul luogo di lavoro la mascherina dovrà quindi essere indossata anche dove normalmente non è obbligatoria. Una misura, dunque, il cui senso scientifico andrebbe spiegato.

[di Raffaele De Luca]