Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) del Lazio ha annullato la misura imposta dalla questura di Roma al portuale Stefano Puzzer, il quale aveva ricevuto un foglio di via e il divieto di rientro di un anno nella capitale per aver partecipato a una manifestazione. La misura imposta ai danni dell’uomo, leader dei lavoratori portuali di Trieste in lotta contro la misura del green pass, sarebbe infatti stata giudicata illegittima. Il Ministero dell’Interno è anche stato condannato a pagare le spese legali al portuale.
Era il 2 novembre [1] 2021 quando Stefano Puzzer, leader del movimento di protesta contro il green pass dei portuali di Trieste, si era recato in Piazza del Popolo, a Roma, per protestare contro l’imposizione della certificazione sanitaria sul luogo di lavoro. In seguito a quei fatti, la questura di Roma gli aveva imposto il rientro a Trieste entro le ore 21.00 del giorno successivo e aveva deciso di denunciarlo per manifestazione non preavvisata, disponendo il divieto di soggiorno per un anno nella capitale e il foglio di via. Oggi il Tar del Lazio ha annullato il provvedimento, imponendo [2] anche al Ministero dell’Interno il pagamento “delle spese di giudizio in favore del ricorrente e le liquida nella misura di euro 1000 oltre accessori di legge”.
La valutazione del Tar del Lazio è, infatti, che i provvedimenti adottati dalla Questura fossero eccessivi e infondati, in quanto la “manifestazione non autorizzata” risultava “non accertata in maniera definitiva” e ad ogni modo non può da sola “reggere la misura, in assenza di ulteriori e concreti elementi di fatto”. Puzzer si era recato da solo a Roma per protestare contro le istituzioni, ma era stato raggiunto da una gran folla di persone che sostenevano la sua causa.
[di Valeria Casolaro]