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Per la prima volta delle microplastiche sono state ritrovate nel sangue umano

Le microplastiche sono ormai ovunque, perfino nel sangue umano. Un gruppo di ricerca dei Paesi Bassi ha per la prima volta dimostrato la presenza di questi minuscoli polimeri industriali in campioni di sangue proveniente da 22 volontari adulti in salute. Dalle analisi è emerso che il 77% (17 donatori) aveva nel proprio sangue una concentrazione quantificabile di frammenti in plastica di dimensioni superiori ai 700 nm. Per le particelle plastiche rinvenute si è osservata, inoltre, una concentrazione media di 1,6 microgrammi su millilitro (µg/ml).

In termini qualitativi, i ricercatori hanno poi evidenziato che la metà dei campioni conteneva plastica PET, comunemente usata nelle bottiglie di bevande, mentre un terzo conteneva polistirene, usato per confezionare alimenti e altri prodotti. Lo studio, sebbene condotto su un piccolo gruppo di campioni, ha mostrato una prima misurazione della componente polimerica della plastica nel sangue umano. Una ricerca [1] pionieristica di biomonitoraggio che evidenzia quanto le microplastiche siano facilmente assorbibili nel nostro flusso sanguigno e, probabilmente, in quello di ogni altra specie animale. «È ora necessario – commentano i ricercatori – comprendere meglio il grado di esposizione a queste sostanze nonché il pericolo ad esso associato».

Insomma, risultati tanto sorprendenti quanto previsti. Difatti, le microplastiche – frammenti derivanti dalla degradazione dei rifiuti polimerici – sono letteralmente già in ogni luogo del Pianeta. Dalle cime dell’Everest al remoto Antartide, passando per mari, foreste e campagne: non c’è più comparto terrestre libero da questo inquinante. Gli effetti di una contaminazione così diffusa su ecosistemi e biodiversità sono in gran parte sconosciuti. Quelli dimostrati, dal momento in cui spaziano da complicazioni riproduttive a problemi cardio-circolatori, non fanno però ben sperare. Se si tratti invece di un problema di salute pubblica è ancora da accertare, quel che è certo è che le microplastiche sono accumulabili nel nostro organismo. Per ribadire il concetto basti pensare, ad esempio, che già due anni fa questi microscopici frammenti in plastica sono stati rinvenuti addirittura nella placenta umana [2]. Il risultato di un ciclo di vita della plastica insostenibile [3] dalla produzione allo smaltimento per cui, ogni anno, almeno 13 milioni di tonnellate di rifiuti plastici finiscono nell’ambiente per poi entrare nella rete alimentare fino alle nostre tavole.

[di Simone Valeri]