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Un’indagine proverebbe la complicità di Frontex nei respingimenti illegali dei migranti

Un’inchiesta portata a termine dal quotidiano tedesco Der Spiegel avrebbe mostrato la piena consapevolezza e complicità dell’agenzia Frontex nell’operare respingimenti illegali di migranti ai confini europei, in particolare nei pressi delle coste greche. L’indagine, che presenta materiale fotografico inequivocabile a proprio supporto, dona sostanza alle accuse che da anni venivano mosse nei confronti dell’agenzia, ma che mai come ora erano state supportate da prove concrete.

Sono durate oltre un anno le indagini dell’ufficio europeo antifrode OLAF, poi confluite in un rapporto di 200 pagine top secret, riservato al punto che anche gli eurodeputati che dovrebbero dedicarsi al controllo dell’operato di Frontex non l’hanno ancora visto. Il contenuto, tuttavia, dovrebbe essere sufficiente a inchiodare Fabrice Leggeri, capo dell’agenzia, e alcuni collaboratori per la complicità nei brutali respingimenti messi in atto dalla guardia costiera greca di frontiera nel Mar Egeo. Il tutto, a quanto sembra, nonostante l’opposizione del proprio staff.

L’inchiesta è stata realizzata dal quotidiano tedesco Der Spiegel [1], in collaborazione con l’organizzazione giornalistica Lighthouse Reports. Alcuni dei fatti incriminati sarebbero avvenuti nel marzo 2020, quando la guardia costiera greca ha fermato un’imbarcazione con a bordo diversi profughi mediorientali e africani, soprattutto siriani. Secondo quanto evidenziato anche grazie al materiale fotografico, i funzionari della guardia costiera greca avrebbero intercettato il gommone, distrutto il motore e trascinato il mezzo verso la costa turca per poi lasciarlo lì alla deriva. Non si tratta dell’unico caso nel quale l’agenzia avrebbe documentato un respingimento di questo tipo, senza tuttavia intervenire per impedirlo e anzi monitorandone l’andamento dall’alto.

Leggeri, che ha sempre scansato le accuse rivoltegli da numerose associazioni internazionali nel corso degli anni, non ha ancora commentato la vicenda, adducendo come scusante il fatto di non aver ancora avuto la possibilità di leggere il rapporto per intero. Secondo quanto riportato da Der Spiegel, tuttavia, la stessa carica di Leggeri potrebbe essere messa in discussione. Un’eventuale decisione sul suo licenziamento o meno avrebbe certo una forte connotazione politica, dal momento che il consiglio d’amministrazione, l’unico che possa decidere sul suo licenziamento, è composto da rappresentanti dei Paesi Schengen.

I respingimenti sarebbero avvenuti, secondo quanto rilevato dagli investigatori degli uffici OLAF, nonostante il parere contrario del personale dell’agenzia. Leggeri dovrà presto affrontare un processo in tribunale, anche a causa della denuncia sopraggiunta in questi giorni alla Corte di giustizia europea da parte di un migrante siriano, assistito dalla ONG Front-lex, vittima di un respingimento illegale avvenuto ancora una volta grazie alla piena complicità dell’agenzia con le attività della guardia costiera greca.


L’inchiesta getta ulteriori ombre anche sugli accordi [6] stipulati dal Politecnico di Torino con l’agenzia, poiché ora l’Università non può più fingere di non sapere per cosa Frontex utilizzi le mappe e la strumentazione elaborata dai propri ricercatori. L’accordo previsto tra l’Università e l’agenzia prevedeva inoltre una clausola vincolante riguardante il rispetto dei diritti umani e dei “principi di integrità della ricerca”, che ad oggi [7] risulterebbe ancora “in fase di finalizzazione”.

[di Valeria Casolaro]