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L’Europa accelera nella costruzione di una strategia di difesa comune

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha accelerato alcuni processi di portata storica per l’Unione europea. I 27 capi di Stato dell’Unione hanno infatti discusso e siglato, nelle giornate del 10 e dell’11 marzo, la Dichiarazione di Versailles, un documento che racchiude le modalità di rafforzamento della sovranità europea, riduzione delle dipendenze e attuazione di un nuovo modello di crescita e investimento. A tal proposito, la costituzione di un fronte di difesa europeo comune, con un deciso aumento degli investimenti militari da parte dei singoli Paesi membri, costituisce un elemento di centrale importanza.

Si è concluso l’11 marzo il vertice di Versailles, presieduto dal presidente francese Macron, che ha riunito i 27 leader europei e nell’ambito del quale sono state prese decisioni di portata storica per l’Unione, in particolare per quanto riguarda la nuova politica di difesa comune europea in seguito all’attacco dell’Ucraina da parte della Russia. Nelle settimane passate alcuni Paesi dell’Unione avevano già preso decisioni di particolare peso: la Germania [1] ha infatti investito cifre da record per la difesa, portando la spesa militare ben al di sopra del 2% del PIL richiesto dagli accordi tra i Paesi NATO, e la Svizzera ha abbandonato la propria posizione neutrale per dichiararsi favorevole alle sanzioni contro la Russia.

La Dichiarazione di Versailles [2], siglata dai presenti, rappresenta l’intenzione di “compiere ulteriori passi decisivi verso la costruzione della nostra sovranità europea, la riduzione delle nostre dipendenze e la messa a punto di un nuovo modello di crescita e investimento per il 2030″. Tra questi, la costruzione di un fronte di difesa comune costituisce un punto centrale. Ulteriori incontri saranno previsti per il 23 e 24 marzo, quando la Dichiarazione sarà presentata al Consiglio europeo, e a metà maggio, per definire con più precisione le modalità di rafforzamento della capacità di difesa. Previsto poi per fine giugno il vertice tra i Paesi della NATO a Madrid.

Il progetto di un rafforzamento della difesa comune, come scritto nella Dichiarazione, è in discussione da dicembre 2021: dopo lo scoppio della crisi in Afghanistan [3], infatti, l’Europa si è scoperta disorganizzata e impreparata nei confronti di scenari geopolitici instabili. “La guerra di aggressione della Russia segna un cambiamento epocale nella storia europea” si legge nella Dichiarazione: per tale motivo l’UE ha deciso di assumersi “maggiori responsabilità” nel campo della sicurezza. È previsto un aumento degli investimenti nella difesa da parte dei firmatari, ragion per cui prima dello svolgimento degli incontri di metà maggio dovrà essere presentata “un’analisi delle carenze di investimenti in materia di difesa” da parte della Commissione, in coordinamento con l’Agenzia europea per la difesa.

Gli Stati si impegnano inoltre a perseguire l’invio di “tutti i mezzi disponibili” verso l’Ucraina, anche ricorrendo anche allo strumento europeo per la pace [4], un fondo dell’Unione che ha previsto lo stanziamento di 5 miliardi per il periodo 2021-2027 finanziato da contributi degli Stati membri e che consente l’invio di risorse e armi.

[di Valeria Casolaro]