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Energia: i servizi segreti italiani smentiscono il Governo

Nessun allarme per l’approvvigionamento di gas all’indomani dell’esplosione del conflitto russo-ucraino: è quanto affermato in un report annuale stilato dai servizi segreti e inviato al Parlamento. La pluralità delle fonti di approvvigionamento infatti, secondo quanto previsto dal Regolamento europeo 2017/1938, permette “un’ampia e diversificata capacità di importazione” che consente di sopperire alle mancanze derivanti dalla chiusura del canale russo. Nonostante ciò, il decreto legge sulla crisi in Ucraina stilato dal Governo prevede un aumento dello sfruttamento dei combustibili fossili per l’approvvigionamento elettrico. Misure che, alla luce di quanto emerso, risultano ingiustificabili e sanciscono definitivamente la scarsa volontà dell’Italia di muoversi nella direzione della transizione ecologica, che oggi più che mai si configura come passaggio fondamentale verso l’indipendenza energetica.

L’approvvigionamento di gas in Italia è garantito “da un’ampia e diversificata capacità di importazione e da una dotazione di infrastrutture di stoccaggio in grado di compensare la stagionalità della domanda, nonché eventuali problemi di funzionamento di un gasdotto”. È quanto rivelato dalla Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza del 2021 [1], stilata dai servizi segreti italiani e messa a disposizione del Parlamento. All’interno viene specificato come “Il sistema infrastrutturale italiano rispetta la cd. formula N-1, ossia la capacità di soddisfare, grazie alla ridondanza, livelli di domanda molto elevati anche in caso di interruzione della principale infrastruttura di importazione, ossia del gasdotto che trasporta i flussi in arrivo dalla Russia fino al punto di ingresso di Tarvisio e che, nel 2021, ha veicolato il 38% del fabbisogno nazionale”.

Dal “Rapporto annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza”

Nessun allarme, quindi, in caso di chiusura dei rubinetti da parte della Russia. Come fa notare il deputato di Alternativa Giovanni Vianello, inoltre, i gasdotti esistenti sono stati notevolmente sotto-utilizzati nel 2021: Transmed, il gasdotto che permette l’importazione di gas dall’Algeria, ha una capacità di 30,2 miliardi di metri cubi, ma ne sarebbero stati importati solo 21 miliardi. Stessa cosa per il libico Greenstream, che ha una capacità massima di 11 miliardi di metri cubi, ma sarebbero stati solo 3 miliardi quelli importati nel 2021. Inoltre nel 2021 l’Italia “ha esportato 1,5 miliardi di metri cubi all’estero” ricorda Vianello.

Nonostante ciò il Governo ha previsto, all’interno del decreto legge in merito alla crisi Ucraina, un’aumento della produzione di energia elettrica da fonti quali carbone e olio combustibile. Ciò avviene evidentemente indipendentemente dall’entità dell’emergenza futura la quale, a quanto risulta, sembra essere di portata nettamente inferiore [2] a quella che lo stesso Governo vorrebbe far credere, “scollegando quindi l’emergenza energetica alla discrezionalità di utilizzare le fonti fossili e inquinanti”. Nel contesto attuale, i limiti di un sistema basato sull’interdipendenza energetica [3] e sulle fonti fossili sono venuti alla luce più che mai. Accelerare il processo di transizione energetica verso fonti sostenibili si mostra un passaggio fondamentale per raggiungere un maggior livello di indipendenza e, di conseguenza, evitare una crisi di approvvigionamento. Questo discorso vale in particolar modo per l’Italia, che importa gas dalla Russia in misura maggiore rispetto a qualunque altro Paese europeo. Resta evidente che alle necessità oggettive dovrebbe corrispondere una precisa volontà politica, al momento del tutto assente.

[di Valeria Casolaro]