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Gli aperitivi contro il green pass si stanno diffondendo in tutta Italia

Durante l’ultimo fine settimana migliaia di persone hanno organizzato aperitivi all’aperto, riempiendo le strade e le piazze italiane. Da Milano a Torino, passando per Pesaro e Udine, l’obiettivo era identico: protestare contro il green pass e le ultime misure [1] adottate dal Governo Draghi che, tra le altre cose, vietano la consumazione all’aperto nei bar a chi è sprovvisto di certificazione verde rafforzata.

Vaccinati e non si sono così riuniti in decine di città italiane, dando vita a quello che sui social è stato prontamente ribattezzato aperitivo autogestito. “I locali non vogliono noi e i nostri soldi? Peggio per loro” recita uno degli slogan di Libertà Livorno [4], fra i protagonisti dell’iniziativa, che come altre realtà locali aveva invitato i propri lettori a scendere in piazza per protestare contro le misure adottate dall’esecutivo, particolarmente stringenti nei confronti dei non possessori del Super Green pass.

Oltre alla stretta su bar e ristoranti, infatti, è stato disposto dal 10 gennaio il divieto di usufruire del trasporto pubblico locale, di accedere a centri culturali e ricreativi e di partecipare a sport di squadra, anche all’aperto. Quest’ultima disposizione in particolare ha suscitato diverse proteste, sfociate nella petizione [7] firmata da dieci società sportive dilettantistiche con destinatario Palazzo Chigi. L’intento delle attività della provincia di Forlì-Cesena è di far ritornare sui propri passi l’esecutivo, per evitare “una reale discriminazione nei confronti di bambini dai 12 anni in su” che rischiano così di allontanarsi [8] in modo definitivo dal mondo dello sport, dopo due anni di pandemia.

Lo stato di emergenza, introdotto per la prima volta dall’ex premier Giuseppe Conte nel gennaio del 2020 e poi ripetutamente prorogato, a cui sono legate le misure restrittive adottate dal Governo, non dovrebbe essere prorogato oltre il 31 marzo 2022, così come ribadito [9] dal Sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Tuttavia non è ancora dato sapere quando e in che modo sarà ritirato l’uso della certificazione verde, considerando che si parla di ritiro «graduale».

[di Salvatore Toscano]