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Nuovo decreto Covid: le regole italiane imboccano definitivamente la via dell’assurdo

Nel corso del Consiglio dei Ministri svoltosi il 2 febbraio sono state adottate nuove misure in materia di Green Pass, scuola e generale gestione della pandemia da Covid-19. Queste prevedono l’introduzione di una sostanziale discriminazione tra studenti vaccinati e non vaccinati, che avranno diverso diritto di accesso alle lezioni in base al possesso o meno del Green Pass. Prevista poi l’estensione illimitata della durata della certificazione verde a chi abbia ricevuto la dose booster o chi abbia contratto il Covid dopo le prime due dosi. Escluso da tale misura sembra risultare chi, invece, abbia affrontato il percorso contrario, ovvero sia stato contagiato dal virus e a seguito abbia ricevuto l’inoculazione del vaccino.

Sembrano le regole di una nuova versione del celebre war game da tavolo Risiko e invece si tratta delle ultime disposizioni del Governo in materia di misure per il contenimento della pandemia da Covid-19. I principali focus di interesse sono la scuola e l’estensione della durata del Super Green Pass, ora divenuta illimitata. Se si possono sollevare dubbi sulla valenza scientifica di tale misura (non vi sono infatti ragioni scientifiche apparenti che lascino supporre che la dose booster sia la soluzione definitiva per avviarsi verso il termine della pandemia) non vi sono di fatto alternative, in quanto come lo stesso Speranza ha dichiarato “le nostre autorità scientifiche non hanno ancora individuato un percorso per la quarta dose, che sarà oggetto di un confronto sul piano tecnico-scientifico”.

Tuttavia, non è chiaro il principio per il quale, stando al comunicato del Governo, “Al regime di chi si è sottoposto alla terza dose è equiparato chi ha contratto il Covid ed è guarito dopo il completamento del ciclo vaccinale primario“. Cambiando l’ordine degli addendi, a quanto pare, il risultato cambia: se la contrazione del Covid precede le due inoculazioni del ciclo vaccinale, sembra si sia esclusi da tale misura.

Le discriminazioni più allarmanti, tuttavia, sono quelle messe in atto contro gli studenti della scuola primaria e secondaria: superato il livello massimo di casi positivi riscontrati nelle aule (5 per la scuola primaria, 3 per la secondaria) gli studenti vaccinati potranno proseguire con le lezioni in presenza, mentre i non vaccinati dovranno rimanere a casa in DAD (Didattica A Distanza). Anche in questo caso sfugge il criterio scientifico adottato dal Governo, dal momento che sono ormai numerosi gli studi [1] che mostrano come se può essere vero che il vaccino riduca la gravità dell’infezione del soggetto che la contrae, non previene la diffusione del virus. Esenti da questa misura le scuole dell’infanzia, per le quali ancora non si è giunti a discriminare i bambini o a imporre coercitivamente la vaccinazione.

Per il Ministro della Scuola Bianchi la DAD “non è il male assoluto”, ma anzi “una grande risorsa per molti studenti”. Affermazioni che evidentemente ignorano i numerosi studi e resoconti [2] di questi due anni di pandemia e gestione a singhiozzo dell’intero sistema scolastico, che hanno dimostrato quanto la mancanza di socializzazione e l’isolamento abbia influito [3] sulle capacità di apprendimento e sulla salute mentale dei giovani.

[di Valeria Casolaro]