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Bologna: 90 dipendenti licenziati con un messaggio su WhatsApp

Il 31 dicembre oltre 90 dipendenti della XBT Logistica e Servizi hanno visto troncato il loro rapporto di lavoro con l’azienda tramite un messaggio Whatsapp. Si tratta di un’ennesimo caso di una pratica divenuta ormai scandalosamente comune tra le grandi aziende e che riporta l’attenzione sulla questione dei diritti e delle garanzie concessi ai lavoratori. Il messaggio, che peraltro comunicava l’interruzione di lavoro senza alcun tipo di preavviso e con effetto immediato, sembra anche voler insinuare che la situazione sia dovuta ad “errori” dei lavoratori, colpevoli di aver protestato per le condizioni lavorative cui erano sottoposti.

“Buongiorno a tutti vi comunico che con oggi 31 Dicembre 2021 termina la nostra collaborazione così come i vostri contratti”: così si è chiuso l’anno per oltre 90 operai impiegati presso l’Interporto di Bologna dalla XBT Logistica e Servizi, azienda di facciata della Zampieri Holding che aveva in appalto la lavorazione della merce per l’americana TNT/FedEX. Una situazione che ricorda tremendamente quanto già accaduto a 90 dipendenti del magazzino di Logista [1], sempre a Bologna. Come denuncia il sindacato SI Cobas Bologna [2], al danno recato agli operai si aggiunge la beffa della colpevolizzazione per quanto accaduto. “Il magazzino rimane chiuso questo a causa di tutte le vicende che conoscete bene e che hanno portato a questo risultato, errori fatti sicuramente da entrambe le parti“. Negli ultimi mesi del 2021 gli operai dell’Interporto avevano infatti protestato a più riprese per le indegne condizioni lavorative [3] ai quali erano sottoposti dall’azienda. La colpa dei lavoratori sarebbe quindi, evidentemente, quella di aver protestate per chiedere migliori condizioni di lavoro. Come se non bastasse, a conclusione del messaggio vi è un pungente “Vi auguro buon anno”.

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Il messaggio ricevuto dai lavoratori licenziati

Un’altra volta, i diritti dei lavoratori vengono calpestati e con essi anche le garanzie di tutela che dovrebbero loro essere assicurate. D’altronde, già con la decisione di bocciare [5] l’emendamento alla Legge di Bilancio 2022 scritto dagli operai della GKN e dal senatore Mantero (Potere al Popolo), il Governo aveva mostrato scarsa volontà di impegno nel mettere in piedi iniziative che tutelassero concretamente i lavoratori da situazioni di questo tipo. E non si parla solo di “galateo del boia”, volendo usare la calzante espressione coniata dai lavoratori GKN per descrivere le modalità con le quali tali comunicazioni andrebbero fatte, ma di atti volti ad una tutela concreta che non si limitassero a misure assistenzialiste e insufficienti come l’integrazione salariale straordinaria.

“Una situazione che come Organizzazione Sindacale celermente abbiamo denunciato a tutti gli enti preposti” scrive SI Cobas. “Troppe deresponsabilizzazioni da chi deve supervisionare un settore come quello della Logistica che conta il 6% del Pil del Paese. Segnalazioni sono state fatte all’AUSL di Bologna, all’Ispettorato del Lavoro e alla Prefettura. Purtroppo totalmente assente è stato l’intervento da parte di chi, invece, dovrebe vigilare su illeciti e situazioni di irregolarità nella grande catena degli appalti e subappalti della logistica notturna all’Interporto di Bologna. Gli anni passano, cambiano apparentemente le Amministrazioni, cambiano le nomine, cambiano i toni e le promesse roboanti ma nulla cambia davvero“.

[di Valeria Casolaro]