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Napoli, con il pretesto dei “No green pass” vietato il corteo dei disoccupati

Il corteo dei disoccupati e precari in programma per domani, sabato 13 novembre a Napoli, è stato impedito dalla Questura. Al massimo si potrà fare un presidio, in zona periferica, senza infastidire i ritmi della città e quindi senza fare notare le ragioni della protesta. È la prima conseguenza della direttiva emessa [1] dalla ministra dell’Interno Lamorgese, che vieta cortei nei centri cittadini durante i fine settimana. La direttiva è stata emessa ufficialmente per contrastare le proteste contro il green pass avvenute nelle scorse settimane. Un provvedimento che restringe in realtà la possibilità dei cittadini di esercitare il diritto fondamentale all’espressione del dissenso riguardo qualsiasi tipo di disagio sociale.

Tramite la propria pagina Facebook [2] gli organizzatori del corteo dei disoccupati, previsto per il 13 novembre a Napoli, esprimono il risentimento per la decisione della Questura di trasformare la manifestazione in un semplice presidio statico. Tale disposizione è arrivata dopo che la ministra Lamorgese ha diffuso una circolare sul divieto delle manifestazioni nei centri cittadini durante i fine settimana. Secondo quanto emerge dalla lettura del testo [3] della circolare, la preoccupazione primaria è quella di limitare gli impedimenti riguardanti l’ordine pubblico. La tutela sanitaria viene menzionata come ragione aggiuntiva di una misura che è tutta concentrata sulla “tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica”, per la quale le manifestazioni “potranno tenersi esclusivamente nel rispetto di specifiche modalità di carattere restrittivo” come “la forma statica in luogo di quella dinamica”, che non disturbi le “aree urbane nevralgiche”.

I Prefetti sono invitati a individuare tali aree ed interdirne l’accesso a manifestazioni pubbliche “per la durata dello stato di emergenza”. Ragione sanitaria e controllo dell’ordine pubblico si intrecciano e vanno a porre un freno alla possibilità dei cittadini di manifestare il proprio disagio nei confronti del Governo, evidentemente per ragioni anche molto diverse dal green pass. La legittimità e fattibilità delle manifestazioni è tutta legata alla volontà dei Prefetti delle singole città, che possono ora apporre la ragione della tutela della salute per precludere lo svolgersi di proteste scomode.

Sono stati inoltre diversi gli episodi nei quali la Polizia è intervenuta in modo violento per disperdere manifestazioni svolte in maniera pacifica: basti ricordare il presidio dei portuali di Trieste [4], tenutosi senza pregiudicare lo svolgimento delle attività cittadine, o l’intervento violento contro gli studenti del liceo romano  [5]Ripetta. La disposizione di Lamorgese, unita all’uso sempre più spesso indiscriminato della violenza contro i manifestanti, porta a chiedersi se le libertà democratiche debbano essere sempre più concepite come qualcosa di concesso “dall’alto” e non dato per scontato in quanto costitutivo della nostra società civile.

[di Valeria Casolaro]