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In Italia il Green Pass più restrittivo d’Europa: come funziona negli altri paesi

Ieri in Italia è stata ufficialmente approvata l’estensione generalizzata della Certificazione verde COVID-19 [1] con il sì alla fiducia da parte del Senato sul decreto-legge varato dal Consiglio dei ministri il 23 luglio. Con 189 voti a favore, 32 contrari e 2 astensioni c’è stato il via libera definitivo al decreto che, quindi, diventa legge. Le scelte prese in Italia sono, per il momento, tra le più severe d’Europa e oggi si sta svolgendo a palazzo Chigi la cabina di regia per ampliare, da metà ottobre, l’obbligo di Green Pass per tutti i dipendenti pubblici e privati. Nel dibattito pubblico si omette spesso però di fornire una informazione di base, degna di nota: l’Italia sarà il primo e per ora unico Paese in Europa a imporre il possesso del passaporto sanitario per accedere al posto di lavoro.

I lavoratori che non rispetteranno la nuova disposizione, non rischieranno il licenziamento ma severe sanzioni tanto economiche (che potrebbero andare dai 400 ai 1000 euro) quanto disciplinari, come sarà riportato nel decreto che avrà il via libera oggi alle 16:00 durante il Consiglio dei ministri. Secondo le indiscrezioni, la data ufficiale sarà scaglionata tra le varie misure tra l’1 e il 15 ottobre. Col fine di non rischiare un calo delle vaccinazioni, il Governo rimane contrario alle richieste – di Cgil, Cisl e Uil e di alcuni ministri – di rendere gratuiti i tamponi. Mentre l’Italia si muove in una direzione sempre più severa, nel resto d’Europa le scelte adottate dai governi prendono strade differenti. Vediamo nel dettaglio.

Inghilterra: stop al Green Pass

Cambio di rotta totale in Inghilterra dove il governo di Boris Johnson ha scelto di non introdurre [2] l’obbligo dell’NHS Covid Pass (l’equivalente britannico della certificazione europea) per accedere a locali notturni e luoghi affollati, una decisione che sarebbe dovuta entrare in vigore entro la fine di settembre.

Scozia: certificazione dal primo ottobre

A differenza del vicino inglese, l’obbligo del Green Pass in Scozia partirà dal primo ottobre. Se ne parla però esclusivamente per i locali notturni e per gli eventi che prevedono partecipazioni di massa (spettacoli, concerti, festival, eventi sportivi).

Danimarca: una ritrovata “normalità”

La Danimarca ha completamente abolito tutte le misure legate al Covid-19 grazie all’andamento molto positivo della campagna vaccinale. Il Green Pass nel Paese non è utilizzato.

Svezia: restrizioni solo per chi entra nel Paese

La Certificazione Digitale Covid UE è da mostrare per chiunque voglia accedere in Svezia, la quale però opta per tornare alla “vita normale”; a partire dal 29 settembre, saranno infatti abolite gran parte delle misure anti-contagio.

Nessun obbligo in Spagna, nemmeno per i sanitari

La Spagna ha optato per dare libertà alle singole regioni di scegliere se introdurre o meno il Green Pass obbligatorio per accedere a determinati luoghi, ma non esiste alcun obbligo stabilito dal Governo. L’unica imposizione è quella dell’uso delle mascherine quando si entra in luoghi al chiuso. Anche qui nessuna traccia di necessità del certificato per accedere al posto di lavoro.

Nessuna imposizione in Germania, ma…

Soltanto esibendo la certificazione è possibile restare all’interno di locali pubblici o privati, incluse le discoteche. Qui però finiscono gli obblighi. A differenza dell’Italia non vi è alcun obbligo per accedere a mezzi pubblici, treni, aerei né – tantomeno – è in vigore l’obbligo per accedere al luogo di lavoro. Misure differenti solo per i sanitari.

Austria: obbligo delle mascherine FFP2

In Austria il governo ha scelto di imporre l’uso delle mascherine FFP2 (invece delle normali maschere per il viso) per l’accesso ad attività essenziali e per utilizzare i mezzi pubblici. Le mascherine FFP2 sono poi obbligatorie per l’accesso ai musei e ai negozi per chi non è vaccinato o si è ripreso recentemente dal COVID.

Le nuove misure in Francia

Delle “severe” regole francesi si è parlato a lungo, soprattutto grazie alle ampie e ripetute proteste che ancora interessano il Paese. Eppure quanto è imposto ai cittadini d’Oltralpe non è paragonabile a quanto avviene in Italia. L’esibizione del Green Pass è necessario per l’accesso a cinema, ristoranti, grandi centri commerciali, musei, biblioteche, impianti sportivi, festival, fiere, trasporti a lungo raggio. Da ieri è entrato in vigore l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario: se questo non sarà rispettato, i dipendenti potrebbero essere sospesi (provvedimento che ha generato numerose proteste [3] in tutto il Paese). Nessun obbligo per scuole e università, né per tutti gli altri posti di lavoro pubblici o privati. È stato rimosso, inoltre, l’obbligo della mascherina chirurgica.

Il Belgio in stand-by

Il vicino Belgio, al contrario, non ha previsto alcun obbligo, almeno fino al 17 settembre, data in cui il Governo si dovrà esprimere a riguardo.

Svizzera: solo luoghi chiusi e grandi eventi

Dal 13 settembre, in Svizzera, c’è stata l’estensione dell’obbligo del certificato vaccinale dai 16 anni per accedere a luoghi chiusi ma anche per eventi all’aperto in cui si prevedono affollamenti. Le università e le scuole possono invece decidere in modo autonomo. Anche qui nessun obbligo all’esibizione del certificato per i lavoratori.

Estonia, Lettonia, Lituania

Nei tre paesi è stato scelto che solo chi potrà attestare di essere stato vaccinato potrà  accedere a ristoranti, palestre, cinema e teatri al chiuso. Fine delle limitazioni.

La Grecia è più “vicina” all’Italia

Per trovare una situazione analoga a quella italiana occorre andare in Grecia, unico Paese con norme circa sovrapponibili. In terra ellenica il lasciapassare sanitario è necessario per le attività al chiuso dal 13 settembre e per viaggiare sui treni a lunga percorrenza. I lavoratori invece possono scegliere di vaccinarsi o, in alternativa alla vaccinazione, questi devono effettuare due tamponi a settimana, a proprie spese. Anche nelle scuole e nelle università e in settori turistici è sempre obbligatorio il test negativo. L’obbligo vaccinale è in vigore per operatori sanitari e dipendenti della Rsa.

[di Francesca Naima]