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Costa Rica e Danimarca danno vita a un’alleanza per porre fine all’industria fossile

Costa Rica e Danimarca stanno cercando di stringere un’alleanza [1] con altri Paesi, al fine di fissare una data per iniziare l’eliminazione graduale della produzione di petrolio e gas, e per cessare il rilascio delle licenze atte alla loro ricerca. Un’alleanza il cui nome sarà BOGA (Beyond Oil and Gas Alliance) e che dovrebbe essere lanciata alla Cop 26 (Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici del 2021), la quale si terrà a Glasgow, dall’1 al 12 novembre. Il progetto sembra prendere forma, anche se i dettagli non sono ancora stati pienamente elaborati e non è chiaro quanti e quali paesi – oltre ai due creatori – entreranno a farne parte.

Dei contatti ci sono però già stati, sia con alcuni componenti dell’Unione Europea – tra cui Spagna e Portogallo -, sia con il Regno Unito e la Nuova Zelanda, la quale è decisa ad approfondire e valutare la questione. Nessun segno, per il momento, è pervenuto né dagli Stati Uniti – il più grande produttore di petrolio e gas che quest’anno si è impegnato [2] a dimezzare le emissioni entro il 2030 – né dall’Italia. Anzi, per quanto riguarda il Belpaese, si può dire che la strada presa dal governo vada in direzione prettamente opposta. Di recente, infatti, il Ministero della Transizione Ecologica ha adottato [3] il Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle aree idonee (PiTESAI), al fine di individuare le aree in cui continuare a cercare ed estrarre idrocarburi “in modo sostenibile”.

L’iniziativa presa da Danimarca e Costa Rica non va considerata improvvisa, in quanto è da tempo che i due stati si impegnano nel contenimento delle emissioni e nella riduzione delle esplorazioni di ricerca di giacimenti di combustibili. In particolare, il paese nordico europeo [4], non solo si è posto l’obiettivo di ridurre del 70% le emissioni di gas serra entro il 2030, ma sta anche provvedendo a iniziare ad utilizzare i vecchi giacimenti di petrolio e gas per immagazzinare anidride carbonica. D’altro canto il Costa Rica – benché non abbia mai estratto l’oro nero e ospitato impianti petroliferi -, sta valutando un disegno di legge per vietare definitivamente la ricerca e l’utilizzo dei combustibili fossili; un chiaro esempio di paese in via di sviluppo deciso a seguire coraggiosamente un modello economico considerato “del futuro”. C’è da dire, però, che se i combustibili fossili sono alla base delle emissioni di gas serra e, di conseguenza, dell’aumento delle temperature del nostro pianeta, sono anche elemento di ricchezza e potere mondiale, ragione per cui in molti sono scettici riguardo all’adesione al BOGA dei principali produttori dell’oro nero e di gas – come Arabia Saudita e Russia – le cui economie dipendono proprio da questi.

[di Eugenia Greco]