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Mense aziendali, senza green pass non si mangia: protestano i sindacati di polizia

Dopo giorni di discussione a segnare il punto è stata una breve nota [1] pubblicata nella sezione FAQ (domande e risposte) del sito della presidenza del Consiglio: “Sì, per la consumazione al tavolo al chiuso i lavoratori possono accedere nella mensa aziendale o nei locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti, solo se muniti di certificazione verde COVID-19, analogamente a quanto avviene nei ristoranti”. In pratica i lavoratori non vaccinati verranno privati del diritto ad accedere alla mensa aziendale.

Una decisione che va a smentire quanto avevano affermato fino al giorno prima le amministrazioni locali, ad esempio la Regione Piemonte che aveva specificato [2] che le mense dei lavoratori non andassero intese come ristoranti e quindi non vi dovesse essere obbligo del pass per accedere. Una decisione che appare inoltre di difficile comprensione, specie considerando il fatto che lo stesso sito della presidenza del Consiglio specifica che i clienti di un albergo possono accedere al ristorante della struttura ricettiva “anche in caso di consumo al tavolo in un locale al chiuso, senza mostrare una certificazione verde COVID-19”. Una distinzione che pare quantomeno arduo motivare con argomentazioni scientifiche.

A farlo notare è anche il presidente del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) ed ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu, che in una intervista [3], specifica: «L’obbligo di Green Pass nelle mense, che sembra confermato seppur in modo irrituale dalle Faq del governo, è francamente contraddittorio e paradossale: non si capisce perché persone che lavorano insieme non possano mangiare insieme, con le regole di sicurezza che sappiamo».

A protestare contro la nota di Mario Draghi sono anche le forze di polizia. Il sindacato FSP (Federazione Sindacale di Polizia) ha inviato una lettera di protesta [4] al ministro dell’Interno nella quale si denuncia l’utilizzo del certificato verde «come una clava anche su questioni attinenti allo svolgimento del servizio obbligatorio». I rappresentanti delle forze dell’ordine denunciano anche i cortocircuiti logici del provvedimento. «Non è dato sapere se, prima e dopo il famigerato pasto in mensa, i colleghi vaccinati e non per i più svariati motivi, potranno continuare, come al solito, a prendere sassate insieme, a lavorare nei centri ammassati con migliaia di persone sprovviste di green pass e se, come sempre, potranno continuare a viaggiare sullo stesso blindato privo di aerazione idonea».