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Anche l’esercito francese sta sperimentando l’uso di mezzi e cani robot

Spot, il noto cane-robot della statunitense Boston Dynamics, è stato notato a “scodinzolare” ai piedi dell’esercito francese o, per essere più precisi, ai piedi degli studenti della École Spéciale Militaire de Saint-Cyr, una delle accademie militari più importanti del Paese. La collaborazione uomo-macchina è scattata a fine marzo, in occasione di un’esercitazione di due giorni che è diventata una perfetta réclame con cui promuovere le meraviglie della robotizzazione bellica.

Le manovre, pensate per «sensibilizzare gli studenti sulle sfide del domani», nascono con il supporto attivo [1] di Nexter Systems e Shark Robotics, rispettivamente l’azienda produttrice di armi del governo e la ditta di robotica che funge da distributrice europea della Boston Dynamics. Il risultato è che nella scorsa settimana le pagine social della scuola di Saint-Cyr sono state inondate da scatti glamour che mettono bene in mostra i traguardi di un corpo militare che funziona in simbiosi con le tecnologie del futuro.

Preziosissimo materiale promozionale che ha posto in primo piano l’accademia, il blindato controllabile in remoto OPTIO-X20 [6] dell’estone Milrem Robotics, il “mulo” da trasporto ULTRO [7] di Nexter Systems e il Barakuda [8] corazzato antisommossa fornito dalla Shark Robotics stessa. Nomi che risulteranno sicuramente ignoti a molti, ma che stanno diventando velocemente sempre più presenti nei giri della robotica militarizzata. Poco sorprendentemente, il grande pubblico ha invece catalizzato la propria attenzione su Spot, il cane-robot che ormai è da tempo sdoganato nella cultura pop. La sua scocca giallo brillante si è stagliata non poco tra le mimetiche delle truppe francesi, finendo immancabilmente a destare un numero non indifferente di polemiche.

Boston Dynamics si è infatti sempre detta contraria al permettere l’uso bellico delle proprie creazioni. Non solo, le stesse condizioni di vendita [9] del “DigiDog” – questo è il nomignolo affibbiatogli dalla polizia newyorkese [10] – richiedono che gli utenti si impegnino a non adoperare lo strumento per «intimidire o danneggiare alcun essere vivente», un limite che sembrerebbe automaticamente renderli inaccessibili alle forze armate. Intervistato in relazione al caso, Michael Perry, vicepresidente dello sviluppo commerciale di Boston Dynamics, ha sottolineato come Spot sia stato concesso all’esercito francese per decisione del solo distributore europeo, tuttavia ha mostrato anche una certa inclinazione a tollerare l’uso militare di Spot.

«Pensiamo che l’esercito, fintanto che adopera i robot per tenere le persone lontane dai guai, possa applicare in maniera perfettamente valida una simile tecnologia», ha dichiarato [11] Perry. “Per quanto riguarda il caso di un dispiegamento in avanscoperta, dobbiamo ancora comprendere bene come gestire la situazione, in modo da determinare se sia o meno adoperato attivamente per danneggiare le persone”.

Spot ha una batteria che dura a malapena novanta minuti e tende a finire a gambe all’aria se deve camminare su superfici scivolose, tuttavia eserciti e forze di polizia sembrano nondimeno interessate ad adoperare il cane meccanico come strumento di ricognizione con cui mappare le aree su cui intendono intervenire. In questo momento, DigiDog è poco più che un giocattolo costoso e passerà un po’ di tempo prima che possa avere effettivamente un qualche ruolo rilevante nelle dinamiche di sorveglianza, tuttavia rende evidente la necessità di definire il prima possibile dei binari guida che vadano a normare l’uso di robot e delle intelligenze artificiali come strumenti di guerra.

[Walter Ferri]