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In Europa alcuni tribunali stanno revocando i lockdown imposti dai governi

Delle brecce si stanno facendo strada nel panorama delle restrizioni anti-Covid che riguarda tutta Europa, con casi di organi giudiziari e parlamentari che sconfessano le politiche di chiusura imposte dai governi, sottolineandone deficit di legittimità costituzionale.

In Finlandia, al governo è stato vietato di imporre il lockdown a causa della sua illegittimità costituzionale. Nello specifico, una commissione parlamentare per la legge costituzionale ha affermato che la proposta governativa di mettere in quarantena gli abitanti delle 5 città più a rischio non fosse conforme alla costituzione. La commissione ha inoltre sottolineato che tali restrizioni fossero troppo generiche e che esse dovrebbero essere imposte solo nei confronti di eventi specifici, che determinano un reale rischio di diffusione dei contagi.

In Belgio, la settimana scorsa il tribunale [1] di primo grado di Bruxelles ha emesso un’ordinanza in cui è viene chiesto al governo di elaborare una nuova legge su cui basare le restrizioni, in quanto le attuali leggi su cui si fondano le misure anti-Covid non sono state ritenute sufficienti a sostenerne la legittimità. Il governo dovrà fornire tale base giuridica entro 30 giorni e, se non si atterrà a quanto stabilito, le attuali restrizioni dovranno essere annullate. Inoltre, se questa nuova base legale non sarà realizzata, il governo dovrà pagare una multa di 5.000 euro al giorno fino ad un totale massimo di 200.000 euro. L’ordinanza del tribunale è arrivata in seguito ad un ricorso effettuato da parte della “Lega belga dei diritti umani”, accettato dai giudici.

Infine, anche in Spagna aumentano i conflitti politici nei confronti delle misure imposte dal governo. L’obbligo imposto ai cittadini di indossare la mascherina all’aperto da parte del governo centrale è sotto l’attacco di diverse autorità regionali che stanno approvando regolamenti di carattere opposto, ritenendo che – sulla base della costituzione largamente federale della Spagna – la legge nazionale non possa sovrastare quella regionale. Ad esempio, il governo [2] delle Isole Baleari, ha dichiarato che non vi sarà l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione nelle piscine e nelle spiagge locali. Un modo per cercare, quantomeno, di permettere l’inizio della stagione turistica, che in terra iberica come ovunque sta attraversando una crisi senza fine. E non si tratta di certo dell’unico risvolto negativo dei lockdown: oltre ai danni economici, anche danni sociali e psicologici [3] sono problemi con cui ogni nazione dovrà fare i conti prossimamente.

[di Raffaele De Luca]