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La maggioranza ha messo sotto controllo governativo la protezione ambientale

Per la prima volta dalla sua fondazione, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) sarà guidato da una figura politica espressamente scelta dalla maggioranza di governo. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha infatti proposto come nuova presidente Alessandra Gallone, ex senatrice di Forza Italia e sua attuale consigliera. Una scelta che segna una rottura netta con la tradizione che ha sempre visto tecnici e scienziati alla guida del principale organo scientifico italiano su inquinamento, cambiamenti climatici, biodiversità e rischio idrogeologico. La designazione attende ora il parere obbligatorio della Commissione Ambiente del Senato, previsto per il 6 gennaio 2026.

La nomina di Gallone è stata celebrata [1] con una conferenza stampa. Sebbene legittima sul piano formale – essendo di competenza ministeriale – quest’ultima è percepita come l’atto finale di un progressivo avvicinamento della politica al cuore tecnico dell’ISPRA. Controllare questo ente significa infatti avere margine potenziale per orientarne i pareri, spesso vincolanti, in settori cruciali e potenzialmente conflittuali. Non è un mistero che il centrodestra, nel corso dell’attuale legislatura, abbia più volte tentato di limitarne l’autonomia. Già lo scorso anno, docenti ed esperti inviarono una lettera alla premier Giorgia Meloni per denunciare [2] come l’ISPRA stesse subendo «attacchi sempre più pressanti e ingiustificati» legati alle politiche venatorie. L’offensiva è proseguita nei mesi successivi. All’inizio dell’anno la Lega ha tentato, senza successo grazie all’ostruzionismo del M5S, di sottrarre all’Istituto la competenza sulla fauna selvatica per affidarla a un nuovo organismo politico sotto il ministero dell’Agricoltura. L’attacco più recente e strutturale è contenuto negli emendamenti [3] alla riforma della legge sulla caccia, dove si prevede di ridurre drasticamente il peso tecnico dell’ISPRA, ponendolo sotto la diretta vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri.

La scelta di Gallone accentua questa frattura con il passato. Il suo predecessore, Stefano Laporta, era un prefetto e avvocato con una lunga esperienza interna all’Istituto e, dal 2023, vicepresidente dell’Agenzia Europea per l’Ambiente. Prima di lui, Bernardo De Bernardinis, nonostante le controversie legate alla condanna per il terremoto dell’Aquila, era un professore ordinario di idraulica ed ex vicecapo della Protezione Civile. Gallone, invece, porta un pedigree prettamente politico. Laureata in lingue e insegnante, ha iniziato la sua carriera nel Movimento Sociale Italiano, per poi aderire ad Alleanza Nazionale. È stata consigliera e assessore all’Istruzione a Bergamo. Eletta al Senato con il Popolo della Libertà nel 2008, è stata per un anno capogruppo di Fratelli d’Italia alla sua nascita, per poi tornare nel 2013 nell’orbita di Forza Italia di Silvio Berlusconi. Riconfermata senatrice nel 2018, ha fatto parte di commissioni come Territorio e ambiente e Agricoltura. Dal 2022 è stata consulente di Pichetto Fratin su innovazione e sostenibilità. Il ministero ne ha sottolineato le competenze «mirate all’economia circolare e alle politiche ambientali», aree indicate come prioritarie.

L’ISPRA [4] è l’agenzia tecnica dello Stato deputata al monitoraggio ambientale, alla ricerca applicata e alla valutazione degli impatti su aria, acqua, suolo e biodiversità. La sua autorevolezza deriva proprio dall’indipendenza scientifica: pareri e analisi guidano la valutazione d’impatto di grandi opere e infrastrutture, l’approvazione dei piani antismog, la gestione delle acque e della depurazione, la tutela della fauna. Per questo motivo una leadership politicamente imparziale non è un vezzo, ma una condizione essenziale, poiché – almeno sulla carta – assicura che le decisioni siano fondate su dati, protegge il lavoro degli esperti e impedisce che interessi di parte compromettano misure necessarie per la salute pubblica e la conformità agli standard europei.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.