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L’UE darà 90 miliardi all’Ucraina, ma senza usare i beni russi congelati

Il Consiglio [1] Europeo ha deciso che garantirà all’Ucraina un prestito da 90 miliardi di euro in due anni senza tuttavia utilizzare i beni russi congelati. Il prestito sarà erogato all’Ucraina attingendo dal debito comune, ma non vi parteciperanno Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, che si erano opposte al piano. Negli ultimi giorni, la questione dell’eventuale utilizzo degli asset russi per finanziare l’Ucraina è risultata centrale all’interno dei palazzi di Bruxelles. A guidare il fronte dei Paesi contrari era il Belgio, Stato dove ha sede il principale istituto di custodia finanziaria a custodire asset russi. Il timore era quello di esporre gli Stati membri a ritorsioni da Mosca, motivo per cui diversi Paesi, tra cui l’Italia, avrebbero chiesto misure alternative e meno rischiose: «Ha trapelato il buonsenso» ha commentato Meloni dopo l’annuncio del Consiglio, definendo la scelta più robusta «giuridicamente» e «finanziariamente».

La decisione del Consiglio è arrivata nella notte tra ieri e oggi, 19 dicembre, a margine dell’ultimo incontro dell’anno tra i capi di governo e di Stato UE. In un comunicato, il Consiglio scrive di avere avuto uno scambio con lo stesso Zelensky, con cui «ha fatto il punto sui lavori in corso per far fronte alle urgenti esigenze finanziarie dell’Ucraina per il periodo 2026-2027». Per tali due anni, si legge nel comunicato, l’UE presterà all’Ucraina 90 miliardi sulla base di «prestiti contratti dall’UE sui mercati dei capitali» sostenuti «dal margine di bilancio dell’UE». La nota termina affermando che il Consiglio «tornerà sulla questione nella sua prossima riunione».

Nelle ultime settimane, il tema dell’utilizzo degli asset russi congelati per finanziare l’Ucraina ha causato diversi scontri e dibattiti interni. Il principale Paese a opporsi alla misura era il Belgio, dove ha sede Euroclear, istituto di custodia finanziaria che detiene 185 miliardi in asset russi dei 210 congelati nell’Unione. Negli scorsi giorni era trapelata sui media la notizia che l’Italia – assieme a Bulgaria, Repubblica Ceca, Malta, Slovacchia e Ungheria – si fosse unita al Belgio nella lotta contro l’uso degli asset russi per finanziare l’Ucraina. I Paesi avrebbero mandato una lettera all’UE per chiedere di studiare metodi alternativi per finanziare Kiev. A mobilitarsi è stata anche la stessa Mosca, che ha chiesto un risarcimento di 200 miliardi a Euroclear. 

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.