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Europa: continua l’approvazione del Mercosur, i trattori rilanciano la protesta

Mentre i trattori degli agricoltori, in arrivo da tutti i Paesi dell’Unione, convergono su Bruxelles in vista della manifestazione di giovedì 18 dicembre, a Strasburgo la Plenaria del Parlamento europeo ha dato il via libera con 431 voti a favore, 161 contrari e 70 astensioni alle clausole di salvaguardia proposte dalla Commissione per l’accordo [1] commerciale di libero scambio tra UE e Mercosur (formato da Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay). Per le istituzioni comunitarie si tratta di un passaggio tecnico necessario per accompagnare l’intesa verso l’approvazione finale. In attesa del passaggio decisivo nei Consigli nazionali e delle ratifiche parlamentari, l’accordo rischia di acuire lo scontro tra Bruxelles e il settore agricolo, che rivendica un ruolo centrale nelle scelte strategiche dell’Unione.

Il voto [2] a larga maggioranza dell’Europarlamento introduce un meccanismo di salvaguardia [1] mirato per i prodotti agricoli sensibili compresi nell’accordo UE-Mercosur, confermando l’impostazione [3] già adottata dalla Commissione Commercio internazionale e rafforzando gli strumenti previsti dal diritto commerciale europeo. Il testo modifica la proposta iniziale della Commissione europea, imponendo soglie più basse e tempi più rapidi per l’attivazione delle misure di protezione: Bruxelles sarà tenuta ad avviare un’indagine quando le importazioni di prodotti sensibili, come carne bovina e pollame, registrano un aumento del 5 per cento rispetto alla media triennale, anziché del 10 per cento su base annua come previsto in origine. Le verifiche dovranno concludersi entro tre mesi, ridotti a due per i settori più esposti.

Un altro capitolo centrale riguarda le clausole di reciprocità. Il trattato UE-Mercosur prevede l’abbattimento progressivo di oltre il 90 per cento dei dazi doganali, ma l’Unione ha inserito la possibilità di limitare i benefici tariffari per i prodotti che non rispettino standard equivalenti a quelli europei in materia sanitaria, ambientale e di benessere animale. Sul piano tecnico, ciò significa che Bruxelles potrà intervenire qualora vengano riscontrate violazioni su pesticidi vietati nell’UE, uso di antibiotici negli allevamenti o pratiche legate alla deforestazione. Resta, però, il nodo dell’applicazione concreta: i controlli dipendono dalla capacità ispettiva della Commissione e dalla cooperazione delle autorità dei Paesi Mercosur, un aspetto che alimenta lo scetticismo di parte del mondo agricolo e di alcuni governi nazionali. La clausola non è, infatti, bastata per ottenere l’approvazione del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (ECR) – espressione di Fratelli d’Italia, che si è astenuto – e dei Patrioti per l’Europa, guidato dalla compagine del Rassemblement National francese e di cui fa parte anche la Lega.

È proprio questa distanza tra garanzie formali e timori reali che alimenta la protesta. Le organizzazioni agricole europee contestano un accordo che, a loro giudizio, scarica sull’agricoltura i costi dell’apertura commerciale. Secondo gli agricoltori europei, le misure di salvaguardia approvate non compensano la concorrenza sleale di produzioni ottenute con regole meno stringenti e costi inferiori. La critica è anche politica: mentre il Mercosur promette vantaggi per l’industria e l’export europeo, le campagne si sentono marginalizzate in un modello di libero scambio percepito come sbilanciato.

La grande manifestazione in programma a Bruxelles il 18 dicembre intende contestare anche le proposte di riforma della Politica Agricola Comune (PAC), la principale leva dell’Unione in ambito agricolo, chiamata a garantire sicurezza alimentare, redditi adeguati agli agricoltori e uno sviluppo sostenibile delle aree rurali. La mobilitazione è sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri, riunite nel Copa-Cogeca [4], e si prevede la partecipazione di circa 10.000 agricoltori e oltre 1.000 trattori, che sfileranno davanti all’Europarlamento, in concomitanza con l’ultimo Consiglio europeo dell’anno. Tra le delegazioni più numerose ci sarà quella italiana, con Confagricoltura [5]. Tra le principali richieste c’è il mantenimento di una PAC forte e ben finanziata, senza i tagli di bilancio previsti dopo il 2027, una vera semplificazione amministrativa, meno burocrazia e regole commerciali più eque, con particolare riferimento agli accordi internazionali come il Mercosur. La protesta mira a inviare un messaggio chiaro alle istituzioni UE per una politica agricola che tuteli redditi, competitività e sicurezza alimentare nel lungo periodo. In gioco non c’è soltanto la ratifica di un trattato, ma il rapporto di fiducia tra le istituzioni comunitarie e uno dei settori fondanti del progetto europeo.

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Enrica Perucchietti

Laureata con lode in Filosofia, vive e lavora a Torino come giornalista, scrittrice ed editor. Collabora con diverse testate e canali di informazione indipendente. È autrice di numerosi saggi di successo. Per L’Indipendente cura la rubrica Anti fakenews.