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La persecuzione del governo contro le lezioni di Francesca Albanese: ispettori anche a Bologna

Il governo non ferma le ispezioni verso gli istituti scolastici che hanno ospitato le lezioni di Francesca Albanese. Dopo l’invio di ispettori in due scuole toscane toccherà ad altri due istituti emiliani, rei di avere lasciato svolgere una presentazione alla Relatrice ONU, connessa in videoconferenza. Secondo la versione ripresa dai media, gli istituti coinvolti hanno permesso agli studenti di partecipare all’iniziativa senza avvertire i genitori; il seminario via internet, coordinato dalla rete Docenti per Gaza [1], consisteva in una presentazione dell’ultimo libro di Albanese, Quando il mondo dorme, che racconta «storie di persone comuni – rifugiati, attivisti, intellettuali, bambini – che hanno in qualche modo segnato il personale cammino professionale e soprattutto umano» della Relatrice. Contro di esso, si legge in un comunicato del sindacato FLC CGIL, il ministro avrebbe invocato una recente nota ministeriale che chiede che sia assicurata la par condicio anche all’interno delle iniziative scolastiche extracurricolari.

Le scuole interessate dalla vicenda sono l’Istituto Mattei di San Lazzaro – in provincia di Bologna, e l’Istituto Cattaneo di Castelnovo dei Monti – in provincia di Reggio Emilia. Valditara ha affermato che «bisognerà accertare il contenuto di questi corsi, bisognerà capire se queste lezioni hanno, come qualche giornale ha scritto, accusato il governo di essere fascista, complice di genocidio, se è vero o non è vero che sono stati invitati gli studenti a occupare le scuole»,  affermando inoltre di volere verificare che i dirigenti scolastici fossero stati avvertiti delle lezioni. «La scuola democratica e costituzionale deve prevedere il pluralismo e non l’indottrinamento» ha commentato il ministro.

A proposito delle parole del ministro, il sindacato FLC CGIL [2] ha menzionato la circolare n. 6545 [3] del Ministero dell’Istruzione, che invita le scuole ad «organizzare attività su temi politici e sociali scegliendo relatoricon contraddittorio”», affermando che «alla luce di questi ultimi accadimenti sembra agita di proposito contro la relatrice dell’ONU Francesca Albanese. Come se questo fosse possibile sempre su temi sui quali la storia si è già pronunciata». La circolare fa riferimento a un’altra nota ministeriale, la n. 5836 [4], che, nelle righe finali, invita le scuole a «promuovere iniziative che siano coerenti con gli obiettivi formativi della scuola e che contribuiscano, attraverso il libero confronto di posizioni diverse, a favorire una approfondita e il più possibile oggettiva conoscenza dei temi proposti, consentendo in tal modo a ciascuno studente di sviluppare una propria autonoma e non condizionata opinione».

La scelta di mandare gli ispettori nelle scuole emiliane segue un analogo avvio di ispezioni [5] in due istituti toscani per gli stessi motivi. Valditara ha dichiarato «di aver letto su organi di stampa che la relatrice avrebbe rilasciato dichiarazioni che, se comprovate, potrebbero costituire ipotesi di reato». A chiedere l’intervento del ministro era stata un’interrogazione parlamentare del deputato di Fratelli d’Italia, Alessandro Amorese, secondo cui «iniziative scolastiche di questo tipo, se svolte in assenza di un adeguato contraddittorio, rischiano di assumere il carattere di un indottrinamento ideologico, lontano dai principi di pluralismo, equilibrio formativo e imparzialità che devono guidare l’attività educativa nelle scuole italiane». Anche nel caso delle scuole toscane, insomma, il richiamo era alla mancata presenza di un “contradditorio”. Resta tuttavia da comprendere che cosa potrebbe garantire la par condicio in quello che risulta un seminario di stampo storico e culturale nel quale è stato presentato l’ultimo libro di una esperta internazionale; forse le scuole avrebbero dovuto invitare un soldato dell’IDF o, meglio ancora, un esponente del governo Netanyahu.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.