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I droni sviluppati per controllare Gaza ora sorvegliano le città americane

Un sistema di sorveglianza massiccio e onnipervasivo reso possibile attraverso droni di ultima generazione che monitorano cittadini, manifestazioni e qualunque movimento sospetto sorvolando le  grandi città americane e caricando automaticamente milioni di immagini in un database di prove: non è uno scenario distopico futuristico, ma quanto accade già oggi negli Stati Uniti grazie all’impiego di droni dell’azienda Skydio, sperimentati per la prima volta a Gaza per il controllo e l’annientamento della popolazione palestinese. Poco dopo il 7 ottobre, infatti, l’azienda – allora ancora poco conosciuta – ha inviato oltre cento droni da ricognizione a Israele come mezzo di controllo della popolazione: Gaza è stata così usata come un laboratorio per sperimentare nuove tecnologie di sorveglianza di massa. Nel frattempo, Skydio è diventata un’azienda multimiliardaria e la più grande produttrice di droni negli Stati Uniti a scapito però della tanto sbandierata privacy e libertà dei cittadini statunitensi: un modello che potrebbe ben presto essere replicato in gran parte degli Stati occidentali.

Secondo un’inchiesta [1] indipendente, l’utilizzo di droni Skydio è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni: basti pensare che nel 2024 i contratti [2] con le varie agenzie federali di sicurezza erano circa 320 a fronte dei mille del 2025. Tra le grandi città americane che si avvalgono di questa tecnologica compaiono Boston [3]Chicago [4]Philadelphia [5]San Diego [6]Cleveland [7] e Jacksonville. [8]  I droni impiegati sono quadricotteri dotati di intelligenza artificiale (IA) che possono essere lanciati decine di volte al giorno per monitorare qualunque situazione nella maggior parte delle città degli Stati Uniti. Ufficialmente, questi strumenti dovrebbero essere impiegati per situazioni di emergenza e di pericolo: tuttavia, spesso il loro utilizzo oltrepassa questi contesti per spiare determinate categorie di cittadini o monitorare manifestazioni ostili al governo. Per esempio, di recente i droni sono stati utilizzati dai dipartimenti di polizia di varie città, tra cui New York, per raccogliere informazioni durante le proteste “No Kings” [9]  e sono stati utilizzati anche da Yale per spiare [10]  il campo di protesta contro il massacro dei palestinesi allestito dagli studenti dell’università l’anno scorso.

La rapida ascesa dell’utilizzo di droni da parte delle forze dell’ordine è stata possibile grazie a una modifica delle norme [11] da parte della FAA (Federal Aviation Administration, Amministrazione Federale dell’Aviazione), l’agenzia governativa responsabile di regolare e sovrintendere ogni aspetto dell’aviazione civile. Mentre precedentemente i droni potevano essere utilizzati dalle forze di sicurezza solo se l’operatore li teneva a vista, ora sono possibili operazioni oltre la linea visiva, entro un miglio legale dal pilota remoto in comando senza la necessità di osservatori visivi e operazioni su persone e veicoli in movimento in determinate condizioni. Skydio ha definito [12] la deroga  rivoluzionaria: la modifica delle normative, infatti, ha dato il via ad una corsa all’acquisto di droni della società da parte delle forze di sicurezza statunitensi, lanciando quello che viene chiamato il programma “Drone As First Responder“. Così la polizia, prima ancora che agenti in carne e ossa, invia i droni per segnalazioni e per scopi investigativi più ampi.

A livello tecnico, il sistema di IA dei droni è basato su chip Nvidia e ne consente il funzionamento senza l’intervento umano. I droni sono dotati di telecamere termiche e possono operare in luoghi in cui il GPS non funziona, i cosiddetti “ambienti GPS-negati”. Inoltre, possono ricostruire edifici e altre infrastrutture in 3D e volano a oltre 48 chilometri orari. Una volta che i droni vengono lanciati, tutte le informazioni raccolte vengono salvate su una scheda SD interna e caricate automaticamente su un software configurato per le forze dell’ordine. Il produttore di questo software è Axon, uno dei principali finanziatori di Skydio e produttore di Taser e “armi non letali” utilizzate dai dipartimenti di polizia negli Stati Uniti e in tutte le nazioni occidentali.

È importante sottolineare anche i legami che Skydio intrattiene con lo Stato ebraico: l’azienda, infatti, ha una sede in Israele e collabora con DefenceSync [13], una società locale di droni militari che opera come intermediario tra i produttori di droni e le IDF (Israel Defence Forces). Ma i contatti dell’azienda con Israele non finiscono qui, perché il primo investitore di Skydio è stato, nel 2015, Andreessen Horowitz (a16z), società tecnologica [14] di venture capital, i cui fondatori – Marc Andreessen e Ben Horowitz – sono entrambi noti sionisti. Recentemente l’azienda ha anche firmato un contratto per la fornitura di droni da ricognizione all’Esercito degli Stati Uniti [15], il che solleva interrogativi sul possibile utilizzo condiviso delle informazioni tra l’esercito statunitense e le agenzie di sicurezza interna tramite il sistema di gestione delle prove digitali Skydio-Axon.

Gaza si può considerare, dunque, come un laboratorio che ha spianato la strada alla sorveglianza di massa negli Stati Uniti, un grande occhio orwelliano che non dorme mai e che è in grado di raccogliere migliaia di immagini e di informazioni su cittadini liberi e incensurati, mostrando l’essenza di dominio e di controllo della tecnologia proprio in quella che è considerata la patria della democrazia e della libertà in tutto il mondo.

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Giorgia Audiello

Laureata in Economia e gestione dei beni culturali presso l'Università Cattolica di Milano. Si occupa principalmente di geopolitica ed economia con particolare attenzione alle dinamiche internazionali e alle relazioni di potere globali.