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Israele all’Eurovision: Irlanda, Olanda, Slovenia e Spagna annunciano il boicottaggio

Dopo mesi di discussioni è arrivato l’annuncio ufficiale: Israele parteciperà all’Eurovision Song Contest del 2026, che si terrà il prossimo maggio a Vienna. A non farlo, tuttavia, saranno Irlanda, Paesi Bassi, Slovenia e Spagna, che, come preannunciato, hanno ritirato la loro partecipazione dall’evento proprio a causa della presenza israeliana; Spagna e Irlanda hanno anche precisato che non trasmetteranno l’evento nelle proprie reti. Le emittenti dei quattro Paesi hanno comunicato il loro ritiro subito dopo l’annuncio ufficiale della partecipazione di Israele, facendo eco alle dichiarazioni rilasciate nel corso degli ultimi mesi. Da tempo, infatti, si sono fatte promotrici di una campagna di boicottaggio verso l’emittente israeliana Kan, come forma di solidarietà al popolo palestinese e condanna del genocidio. La discussione sull’eventuale esclusione di Israele dalla competizione va avanti da anni, ma è esplosa da aprile 2025, poco prima dell’apertura dell’ultima edizione.

L’annuncio della partecipazione di Israele all’Eurovision 2026 è arrivato ieri, 4 dicembre, a seguito di una votazione sul cambio delle regole della kermesse. Il voto riguardava i criteri di assegnazione dei punteggi, diventati oggetto di revisione a causa di un polverone alzatosi durante l’ultima edizione che ha interessato proprio l’emittente Kan e il governo israeliano, accusati di avere interferito nei risultati; a tal proposito, l’Unione europea di radiodiffusione (EBU) – l’emittente che produce l’evento – ha deciso di ridurre il peso dei voti da casa e di introdurre una giuria di esperti. Oltre a ciò, centrale nelle discussioni era anche l’ipotesi di partecipazione di Israele alla competizione. L’emittente slovena RTVSLO [1], ha spiegato che i partecipanti non hanno votato direttamente sulla partecipazione di Israele; 11 Stati volevano aprire un voto esclusivo sulla sua esclusione, 5 si sono astenuti e gli altri hanno votato contro. Per tale motivo, la questione non è neanche stata votata.

Già a settembre [2], le emittenti di Irlanda, Islanda, Paesi Bassi, Spagna e Slovenia avevano annunciato che non avrebbero partecipato alla kermesse se Israele fosse stata nuovamente ammessa, e prima della discussione di ieri avevano richiesto che la questione fosse votata a scrutinio segreto, richiesta che non è stata loro concessa. A tale richiesta avevano partecipato anche Montenegro, Turchia e Algeria. La Germania, invece, si era schierata apertamente a favore di Tel Aviv, annunciando che avrebbe considerato l’opzione di non partecipare se fosse stata esclusa. Nei loro comunicati, Avotros [3] (l’emittente olandese), RTE [4] (l’emittente irlandese), RTVE [5] (l’emittente spagnola) e RTVSLO [1] reiterano le motivazioni già fornite in precedenza, affermando in linea generale che la partecipazione di Israele risulta in contrasto con i valori promossi dall’evento e da esse stesse in quanto emittenti, e che dunque non parteciperanno alla competizione. Il segretario generale di RTVE, Alfonso Morales, ha inoltre fatto riferimento al caso dell’anno scorso e all’uso «politico» dell’evento da parte di Israele, alludendo al fatto che lo Stato ebraico sfrutterebbe la competizione per ripulire la propria immagine. Per tale motivo, sostiene Morales, l’Eurovision non può essere considerato un «evento culturale neutrale».

Il tentativo di boicottare [6] la partecipazione di Israele all’Eurovision va avanti da ben prima del 7 ottobre 2023, ma l’opzione è stata pubblicamente messa sul piatto solo nel 2024, proprio dalla emittente slovena RTVSLO. Il tema è poi esploso nell’aprile [7] di quest’anno, quando anche Islanda e Spagna si sono schierate contro la presenza di Israele all’evento, accusando l’EBU di applicare un doppio standard, escludendo la Russia da una parte e permettendo a Israele di partecipare dall’altra. A maggio [8], in occasione dell’apertura dei concerti, le proteste sono poi arrivate direttamente in piazza, con decine di manifestanti che si sono riuniti davanti al Turquoise Carpet di Basilea (sede dell’edizione 2025) per contestare la cantante israeliana Yuval Raphael.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.