Il Bundestag tedesco ha approvato oggi il testo di legge noto come Wehrdienst‑Modernisierungsgesetz, che introduce un nuovo modello di servizio militare su base volontaria, sostenuto da una procedura di registrazione obbligatoria per gli uomini e facoltativa per le donne. Dopo 14 anni dalla sospensione della leva obbligatoria, il Parlamento – con 323 voti a favore, 272 contrari e un astenuto – ha detto sì a un sistema che unisce volontariato incentivato e la possibilità, previa nuova legge, di introdurre una coscrizione selettiva qualora i volontari non bastassero o «in caso di necessità». Nella pratica, tuttavia, ciò non entrerà in vigore prima di Natale.
«Il servizio militare è volontario e rimarrà tale se tutto andrà come speriamo… Se la situazione minacciosa continua a peggiorare o peggiora, non potremo evitare il servizio militare parziale obbligatorio per poter proteggere questo Paese», ha dichiarato il ministro della Difesa Boris Pistorius durante i dibattiti parlamentari. La legge [1] vigente prevede, infatti, che la coscrizione obbligatoria per gli uomini venga ripristinata se il Bundestag dovesse dichiarare lo stato di tensione e difesa. Tuttavia, non sono state ancora previste disposizioni concrete per questa eventualità. Il nuovo impianto [2] prevede che ogni diciottenne maschio, nato dal 1° gennaio 2008, riceva un questionario di valutazione a partire dal 2026, seguito da una visita di idoneità dal 2027. Una volta finalizzata la registrazione, chi vorrà potrà arruolarsi per un servizio militare volontario della durata minima di sei mesi, rinnovabili fino a 23. Durante il periodo di servizio sarà prevista una retribuzione di 2.600 euro lordi e sussidi per la patente di guida per chi si impegna per più di un anno. Se il numero di volontari non sarà sufficiente, scatterà un meccanismo di selezione coatta attraverso un sorteggio, la cosiddetta “coscrizione obbligatoria in base alle necessità [2]“. Una soluzione ibrida che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe rafforzare la Bundeswehr, alle prese con carenze strutturali di personale. Alla fine di ottobre, le Forze Armate tedesche contavano 184.242 soldati attivi, di cui 12.062 volontari. Tuttavia, secondo i nuovi obiettivi della NATO, la Germania ha bisogno di 460.000 soldati in caso di crisi, di cui 260.000 uomini e donne in servizio attivo.
Le opposizioni hanno respinto la riforma, sostenendo che l’obbligo di compilare un questionario o di sottoporsi a un esame di leva non ha nulla a che fare con la volontarietà. Il ministro Pistorius [3] aveva giustificato la legge spiegando che la libertà e lo Stato «non si proteggono da soli». Il cancelliere Friedrich Merz, invece, aveva sancito la svolta militare parlando di una «una nuova era di minacce» e della necessità di rendere la Bundeswehr «l’esercito convenzionale più forte dell’Unione Europea». La reintroduzione della leva ha innescato una massiccia mobilitazione studentesca [4]: in concomitanza con il voto al Bundestag, migliaia di giovani hanno scioperato in oltre 60 città in tutto il Paese. «Non vogliamo diventare carne da cannone» è lo slogan scelto dagli studenti che chiedono di non tornare a una logica di coscrizione automatica contro la loro volontà. Dietro questo rifiuto si avverte un malessere tra i giovani e la percezione della strumentalizzazione dell’attuale crisi geopolitica per imporre uno stato di emergenza permanente in modo da giustificare misure liberticide.
La scelta del Bundestag rappresenta una trasformazione profonda della funzione delle forze armate nella società tedesca e apre alla possibilità di tornare a una mobilitazione di massa. A ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, Berlino archivia i tabù del passato e prepara un riarmo senza precedenti volto a riaffermare la centralità strategica tedesca. La Germania, con questo provvedimento, intende rafforzare la propria capacità difensiva, ma allo stesso tempo ridefinisce il rapporto tra Stato e cittadino, mettendo a nudo una spaccatura: da un lato la necessità – secondo il governo – di garantire la sicurezza nazionale, dall’altro il timore diffuso che la reintroduzione della leva possa aprire la porta a un nuovo clima di militarizzazione permanente. In questo scenario, la scelta tedesca potrebbe trasformarsi in un precedente pericoloso per l’Europa, incoraggiando altri governi a seguire la riforma e a riportare il Vecchio continente verso logiche che molti consideravano definitivamente archiviate.