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Vasto: cittadini contro il resort nella Riserva di Punta Aderci

Il progetto di un “eco-resort” di 39mila mq a Torre Sinello, dentro e ai margini della Riserva Naturale Punta Aderci, divide Vasto. La società C-Naturae, che ne ha in capo la realizzazione, prevede unità abitative, piscine ed edificio benessere nell’area già vincolata e parzialmente ricadente in Zona Speciale di Conservazione. Italia Nostra, Forum H2O e Gruppo Fratino denunciano però un intervento «scriteriato», ritenendo insufficienti le procedure avviate dal Comune, e chiedono una Valutazione di Impatto ambientale. Il sindaco Francesco Menna ha replicato annunciando un esposto per «procurato allarme» e definito il progetto «eco-compatibile» e come un’opportunità per il territorio.

Come si legge [1] nel Rapporto Preliminare per la Verifica di Assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica, la società C-Naturae «intende procedere alla realizzazione della struttura turistico ricettiva denominata Eco Resort Punta Aderci, operando una profonda riqualificazione dell’area ex “Camping Oasi Punta Aderci”», al fine di creare un servizio di qualità, che risulti adeguato all’ineccepibile valore paesaggistico del luogo, immerso nella natura mediterranea e nei vigneti locali, che fanno di Punta Aderci un territorio di elevata integrazione uomo-ambiente». L’intento progettuale, si scrive, è stato quello di «mettere a sistema il patrimonio paesaggistico e le valenze naturalistiche esistenti con le esigenze di ampliamento del Proponente, attraverso la realizzazione di unità abitative mobili, che non contemplino quindi il consumo permanente di suolo e non creino impatto significativo sui luoghi, così come i connessi servizi.

Tale esposizione non ha però convinto le associazioni ambientaliste. In prima fila contro la realizzazione del resort si è schierata Italia Nostra, che ha espresso «profonda preoccupazione» per un’operazione che, avverte, «prevede 52 unità abitative prefabbricate, piscine, aree wellness e parcheggi su circa quattro ettari di terreno oggi agricolo e in parte naturale», rappresentando «un intervento ad elevato impatto paesaggistico e ambientale, incompatibile con gli obiettivi di tutela della Riserva e con le politiche europee e regionali di conservazione della biodiversità». L’area coinvolta è infatti sottoposta a vincolo paesaggistico e archeologico, in parte inclusa all’internpo della Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci, e Sito di Interesse Comunitario (SIC/ZSC) della Rete Natura 2000. L’organizzazione contesta la decisione del Comune di Vasto di «avviare una semplice Verifica di Assoggettabilità alla VAS, senza coinvolgimento del pubblico ma soltanto dei Soggetti Competenti in materia Ambientale (SCA)», definendola «in contrasto con i principi di trasparenza e partecipazione stabiliti dalla direttiva 2001/42/CE e dal D.Lgs. 152/2006».

Critiche all’indirizzo dell’operato comunale sono arrivate [2] anche dal Forum H2O, che ha reso noto di avere «inviato una segnalazione circa il fatto che, per un intervento del genere, è obbligatoria la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, con la fase pubblica per le osservazioni, che appare essere stata completamente dimenticata». In considerazione delle dimensioni del progetto e lo stato attuale dell’area, inoltre, «appare evidente come non ci si possa limitare a un mero screening di V.Inc.A. ma debba essere espletata la procedura completa, più approfondita e aperta alle osservazioni del pubblico», evidenzia l’organizzazione. «A parte il rigoroso rispetto delle procedure, bisognerà fare delle considerazioni di carattere generale sull’impatto naturalistico e ambientale che questi tipi di intervento hanno su un’area protetta», ha aggiunto Stefano Taglioli del Gruppo Fratino di Vasto.

Difendendo a spada tratta il progetto, il sindaco di Vasto, Francesco Menna, ha bollato come «polemiche futili, inutili e strumentali» le critiche avanzate dalle associazioni ambientaliste, annunciando che presenterà un esposto per procurato allarme. «Ritengo che in Italia ci siano dei burocrati del “No” a prescindere che fanno il male del Paese e sedicenti ambientalisti, che a me piace chiamare “eco-talebani”, che sono quelli della denuncia facile su tutto, che però non vedo presenti quando questa amministrazione ha intrapreso iniziative importanti sul fronte ambientale», ha dichiarato il primo cittadino. «Questo resort va fatto, perché è compatibile con l’ambiente ed è un faro per la transizione ecologica e ambientale», ha poi concluso. Le organizzazioni che contestano il progetto, invece, chiedono «con forza un cambio di passo nelle politiche territoriali e turistiche, affinché la sostenibilità non resti uno slogan di facciata ma diventi sostanza concreta delle scelte pubbliche e private».

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.