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Alto ufficiale della NATO: “Valutiamo un cyberattacco preventivo alla Russia”

L’Alleanza Atlantica sta valutando l’ipotesi di lanciare «attacchi preventivi» contro Mosca per far fronte alla cosiddetta “minaccia ibrida”. A dirlo è la più alta carica militare prevista dal Patto Atlantico, il Presidente del comitato militare NATO Giuseppe Cavo Dragone. Un ipotetico attacco preventivo potrebbe essere considerato una «azione difensiva», ha detto Dragone, pur precisando che una simile iniziativa sarebbe «lontana dal nostro normale modo di pensare e di comportarsi». In ogni caso, secondo il Presidente, la NATO sarebbe troppo passiva nella presunta ricezione di attacchi informatici e di sabotaggio, e per tale motivo dovrebbe assumere un atteggiamento «proattivo» e «aggressivo». Le parole di Dragone sono presto arrivate in Russia, dove sono state definite dalla portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova come «estremamente irresponsabili». Intanto, le trattative di pace rimangono ferme, mentre l’UE continua a cercare modi per armare l’Ucraina, sostenendo che la Russia «non vuole la pace».

Dragone ha rilasciato le proprie dichiarazioni in una intervista al Financial Times [1] in cui affronta il tema della “guerra ibrida”. Secondo il Presidente, la NATO sarebbe troppo «reattiva» nell’affrontare i presunti attacchi informatici, atti di sabotaggio, e violazioni dello spazio aereo attribuiti alla Russia, e i vertici militari starebbero considerando l’idea di promuovere risposte «più aggressive». Secondo Dragone, se con i presunti atti di sabotaggio e violazioni dello spazio aereo la situazione risulta più delicata, con l’universo «cyber» lo è meno: «Essere più aggressivi rispetto all’aggressività della nostra controparte potrebbe essere un’opzione», ha detto Dragone. I problemi, secondo il militare, sarebbero più legati al «quadro giuridico», e al «quadro giurisdizionale», che pratici. Dragone sostiene che i Paesi della NATO abbiano «molti più limiti rispetto alla loro controparte a causa dell’etica, della legge, della giurisdizione. È un problema. Non voglio dire che sia una posizione perdente, ma è una posizione più difficile di quella della controparte»; questo  sarebbe vero specialmente per le “minacce” informatiche e “ibride”. «La guerra ibrida è asimmetrica», sostiene Dragone: «costa poco a loro e a noi molto». Ecco perché ritiene che l’ipotesi di scagliare attacchi preventivi dovrebbe venire presa in considerazione.

Le dichiarazioni di Dragone sono arrivate in Russia, e sono state descritte come paradigmatiche dalla portavoce Zakharova [2]: esse, ritiene la diplomatica, dimostrerebbero la volontà «dell’Alleanza a continuare ad andare verso l’escalation. A Bruxelles piace ripetere il mantra sulla natura “puramente difensiva” dell’Alleanza. Le dichiarazioni auto-rivelanti di Giuseppe Cavo Dragone sugli “attacchi preventivi” mostrano che tale narrazione non è vera», ha affermato Zakharova, per poi rigettare le accuse con cui i Paesi europei attribuiscono i presunti attacchi a Mosca. «La leadership del blocco ha l’audacia di accusare la Russia di “retorica nucleare bellicosa”, intimidazioni e famigerati attacchi ibridi senza alcuna prova del nostro coinvolgimento», ha detto.

Nel frattempo le trattative per una pace procedono a rilento. Ieri, domenica 30 novembre, una delegazione ucraina guidata dall’ex ministro della Difesa e delegato ucraino in UE Rustem Umerov si è recata in Florida per parlare con il Segretario di Stato statunitense Marco Rubio dell’ormai prossimo tavolo tra USA e Russia. Non è noto cosa i rappresentanti di USA e Ucraina si siano detti, ma entrambi hanno descritto l’incontro come «difficile, ma produttivo». Il  prossimo vertice tra delegati statunitensi e russi dovrebbe svolgersi questa settimana a partire da oggi stesso, e da parte statunitense dovrebbe venire presieduto da Steve Witkoff, braccio destro diplomatico di Trump; l’unica cosa finora nota è che il piano a 28 punti [3] elaborato da Washington e Mosca è stato scartato, e che al suo posto ne potrebbe venire discusso uno a 19 punti studiato da USA e Ucraina. L’UE nel frattempo continua a premere per armare l’Ucraina e trovare modi per finanziare l’invio di armi; oggi i ministri della Difesa dei 27 si riuniranno con l’Alta Rappresentante per gli Affari Esteri Kaja Kallas [4] per discutere proprio di come sostenere militarmente l’Ucraina e per parlare dei prossimi passi da compiere nell’ambito del piano di riarmo europeo.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.