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Supermercati PAM: finti furti per ingannare i cassieri, chi non li scopre è licenziato

Tre dipendenti della catena Pam sono stati licenziati dopo non aver superato il cosiddetto “test del carrello”, una verifica a sorpresa in cui ispettori interni, travestiti da clienti, nascondono prodotti nel carrello per simulare un furto e controllare se il cassiere lo segnala. Il caso ha coinvolto un 62enne impiegato in un punto vendita del centro commerciale Porta Siena e due lavoratori di Livorno con oltre vent’anni di anzianità; tutti sono stati licenziati per «giusta causa» dopo la contestazione disciplinare. Le decisioni aziendali hanno scatenato proteste sindacali, accuse di provocazione e la convocazione di un tavolo nazionale per discutere il metodo.

Nell’ambito del “test del carrello”, ispettori aziendali si presentano come normali clienti e nascondono intenzionalmente articoli fra altri prodotti; se il cassiere non rileva l’irregolarità al passaggio in cassa scatta la contestazione disciplinare. Secondo l’azienda si tratterebbe di uno strumento per prevenire le perdite e aumentare l’attenzione, ma i sindacati denunciano [1] un uso punitivo della pratica, in particolare nel momento in cui i controlli non sono annunciati e vengono impiegati in contesti di forte carico lavorativo, con personale ridotto e ritmi molto serrati.

Tra i licenziati c’è Fabio Giomi, 62 anni e delegato sindacale, sottoposto [2] al test due volte: sarebbe stato licenziato poiché, nella seconda prova, non avrebbe individuato piccoli articoli nascosti tra alcune casse di birra. A Livorno invece i due colleghi — indicati come Tommaso (circa trent’anni di servizio) e Davide (oltre vent’anni) — sono stati apostrofati da contestazioni che i rappresentanti sindacali definiscono «un’escalation disciplinare costruita ad arte». Sabina Bardi, responsabile territoriale, ha apertamente parlato di «un’imboscata» e denuncia pressioni psicologiche sui lavoratori durante le verifiche.

La critica sindacale non concerne solo le modalità proprie della tecnica del controllo, ma anche gli esiti: secondo i delegati il test scarica sulla singola persona responsabilità complesse, ignorando condizioni reali come il numero di postazioni da gestire e i carichi di lavoro. Massimiliano Fabozzi di Filcams Cgil Siena ha sintetizzato la posizione dei lavoratori con parole nette: «non sono poliziotti», sottolineando che il personale delle casse non può essere chiamato a sorvegliare come agenti di sicurezza in condizioni operative che spesso rendono impossibile una rilevazione puntuale di ogni anomalia.

Le strutture nazionali e territoriali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno reagito con fermezza contestando le decisioni dell’azienda. «Pam Panorama non è stata in grado di rispondere quando le è stato chiesto quale sia l’incidenza dei furti alle tanto “amate” casse automatiche, dove una sola cassiera deve sovrintendere fino a otto postazioni, rendendo impossibile un reale controllo. In quel caso, gli ammanchi sembrano essere compensati semplicemente dal risparmio sul costo delle cassiere e dei cassieri», hanno dichiarato i sindacati, affermando che «è ormai evidente la volontà dell’azienda di colpire una specifica fascia di dipendenti: lavoratrici e lavoratori con anzianità significativa, età anagrafica elevata, titolari di legge 104 o con limitazioni su salute e sicurezza».

Le organizzazioni nazionali hanno annunciato iniziative e ricorsi, reclamando reintegri e garanzie, e chiedendo lo stop all’uso del test come strumento disciplinare. L’azienda, dal canto suo, ha bollato come «diffamatorie» le accuse mosse dai sindacati e si è difesa indicando l’esistenza di moduli formativi erogati in precedenza. Intanto è previsto un confronto tra le parti a Roma; i sindacati non escludono mobilitazioni se non arriveranno garanzie su criteri di valutazione più trasparenti e su pratiche di controllo meno punitive.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.