- L'INDIPENDENTE - https://www.lindipendente.online -

“I.A. BASTA!”: l’appello dei docenti contro l’intelligenza artificiale a scuola

Un appello, una mozione e un questionario per dire “basta” all’intelligenza artificiale nella scuola. È questo il cuore della mobilitazione lanciata dal gruppo auto-organizzato di lavoratrici e lavoratori della scuola, che vede la partecipazione di docenti, personale ATA, rappresentanti del sindacalismo di base. Il 18 novembre sarà il giorno del lancio pubblico dell’appello nazionale [1] I.A. BASTA!, rivolto alle «comunità educanti d’Italia».

Da Torino a Palermo, gli insegnanti denunciano quello che definiscono «l’attacco finale alla scuola della Repubblica» da parte del Ministero dell’Istruzione, accusato di voler imporre strumenti di IA centralizzati nelle attività didattiche. «L’intelligenza artificiale, lasciata in mano a una manciata di miliardari, diviene una minaccia esistenziale alla scuola. La scuola non è una mensa in cui si consumano pasti pronti, ma una cucina», si legge nel testo.

L’appello richiama i principi costituzionali — in particolare gli articoli 33 e 11 — per ribadire che la libertà d’insegnamento e il rifiuto della guerra passano anche attraverso la scelta consapevole delle tecnologie. «Ripudiare la guerra significa anche rifiutare chi la rende possibile: Google, Amazon, Meta, Microsoft, OpenAI, Palantir…»: il documento collega la critica all’IA con una più ampia riflessione sul potere dei colossi tecnologici. «Il nostro settore non è quello produttivo, pertanto non vogliamo foraggiare quattro bifolchi miliardari», spiega Gianluca Maestra, professore della scuola pubblica e portavoce dell’appello.

Il gruppo si definisce erede di 35 anni di lotte nella scuola italiana e denuncia la precarietà strutturale e la crescente subordinazione dell’istruzione pubblica agli interessi privati. «Noi docenti siamo 900 mila professionisti che ogni giorno praticano l’unico ingrediente indispensabile per l’apprendimento: la relazione umana», scrivono. Il movimento invita il personale scolastico a rifiutare l’adozione di piattaforme come ChatGPT, Gemini o Claude, considerate strumenti di «addestramento alla sottomissione», e propone invece l’uso di tecnologie open source, controllate dalla comunità educativa. Ai genitori, agli studenti, come a tutti i cittadini della Repubblica, viene chiesto di unirsi per «rigettare strumenti di asservimento». «Non siamo apocalittici, nessuno dice che l’IA non sarà il futuro… ma sarà efficace?», chiede Maestra.

Nell’appello si rivendica una posizione luddista: «Come i lavoratori di Nottingham, anche noi amiamo le tecnologie che si integrano con la società, ma rifiutiamo quelle che distruggono il lavoro e i legami sociali». Il 18 novembre segnerà dunque l’avvio pubblico di una campagna che si annuncia diffusa e combattiva. Con un obiettivo chiaro: riportare il governo della scuola nelle mani di chi la vive ogni giorno e difendere la libertà di insegnamento dalle logiche del profitto e del controllo algoritmico.

In questo contesto, il CESP Veneto promuove un corso di aggiornamento [2] per tutto il personale scolastico dal titolo Intelligenza artificiale e scuola: uno sguardo critico alla luce delle linee guida ministeriali, che si terrà martedì 25 novembre 2025 presso l’Istituto Giovanni Valle di Padova.

Avatar photo

Riccardo Ongaro

Attivista e viaggiatore ha scritto di resistenza e repressione in Birmania, realizzato reportage da Cambogia, Thailandia, Australia e Nuova Zelanda. Nel 2023 ha intervistato in esclusiva per L’Indipendente John Shipton, padre di Julian Assange.