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UE-Mercosur, 145 eurodeputati sfidano von der Leyen: mozione per fermare l’accordo

145 eurodeputati di diversi gruppi (PPE, S&D, RE e sostenitori di Verdi/Sinistra) hanno presentato una mozione che chiede di rinviare alla Corte di giustizia dell’UE il via libera all’accordo UE-Mercosur – trattato di libero scambio tra l’Unione Europea e quattro Paesi dell’America del Sud (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) – per verifiche di compatibilità con i trattati. I firmatari temono che la scissione in un partenariato (EMPA) e un accordo interinale (ITA) violi l’articolo 218 e altri articoli del TFUE, e contestano il meccanismo di riequilibrio. La mozione potrebbe essere votata in plenaria a fine novembre: se approvata, bloccherebbe temporaneamente l’intesa e rappresenta un nuovo duro fronte politico per la presidente von der Leyen.

La mozione contesta [1] aspetti fondamentali dell’accordo negoziato dalla Commissione. Il primo punto di frizione riguarda la decisione di scindere l’intesa originaria in due strumenti giuridici distinti: l’EU-Mercosur Partnership Agreement (EMPA), un accordo misto che richiede la ratifica unanime del Consiglio, il consenso del Parlamento Europeo e l’approvazione di tutti i 27 parlamenti nazionali, e l’Interim Trade Agreement (ITA), che ricade invece nella competenza esclusiva dell’UE e necessita solo della maggioranza qualificata in Consiglio e del voto favorevole dell’Europarlamento. I deputati sostengono che questa separazione possa essere incompatibile con l’articolo 218 del TFUE, violando il principio di attribuzione delle competenze, l’equilibrio istituzionale e la leale cooperazione sanciti dai Trattati. In particolare, si contesterebbero le direttive di negoziato del 1999 e le conclusioni del Consiglio del 2018, che prevedevano esplicitamente un Accordo di Associazione di natura mista. Questa manovra, secondo i firmatari, escluderebbe di fatto i parlamenti nazionali dal poter esprimere il loro legittimo voto sull’ITA, privandoli di un potere di veto che avrebbero invece esercitato sull’accordo unico.

Un altro nodo cruciale sollevato dalla mozione è il cosiddetto “meccanismo di riequilibrio” (rebalancing mechanism), previsto dal Capitolo 21 dell’ITA. Questa clausola consentirebbe a una parte di richiedere compensazioni se una misura dell’altra parte – anche se perfettamente legale e non in violazione dell’accordo – annullasse o compromettesse sostanzialmente i benefici attesi dall’intesa, con un impatto negativo sul commercio. Il timore è che i paesi Mercosur possano utilizzare questo strumento per fare pressioni contro future normative UE in materia di clima, ambiente, sicurezza alimentare o divieti di pesticidi, minacciando costose richieste di risarcimento. Il meccanismo è ritenuto più ampio e potenzialmente più invasivo di clausole simili presenti in altri accordi commerciali o nell’OMC. Infine, i deputati esprimono forti preoccupazioni riguardo all’indebolimento del principio di precauzione, pilastro della legislazione europea in materia di salute pubblica, protezione dei consumatori e ambiente. Sia il capitolo sulle misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) che quello sul Commercio e Sviluppo Sostenibile (TSD) contengono, a loro avviso, clausole che limitano l’applicazione di questo principio.

Il via libera [2] all’accordo con il Mercosur era stato dato dalla Commissione lo scorso settembre. Siglato nel dicembre 2024 dopo 25 anni di negoziati, costituisce il più ampio trattato commerciale mai stretto dall’Unione. Esso prevede di eliminare i dazi sulla quasi totalità delle merci, interessando 700 milioni di consumatori, ed è stato sin da subito contestato per i possibili danni sul settore agricolo. Secondo l’UE, le esportazioni comunitarie verso i Paesi sudamericani aumenterebbero del 39%, con un incremento di 49 miliardi di euro, e nascerebbero 440mila nuovi posti di lavoro. L’accordo intende facilitare la partecipazione delle aziende europee negli appalti dei Paesi sudamericani, rendere più solide le catene di approvvigionamento per le materie prime critiche, ed eliminare i dazi sulla maggior parte dei beni industriali e su quelli agricoli.

Dopo il caso Pfizergate, a fine settembre Ursula von der Leyen è stata nuovamente coinvolta [3] in una vicenda che solleva dubbi sulla trasparenza dell’UE proprio in relazione al Mercosur. L’Ombudsman europeo ha infatti aperto un’analisi sulla sparizione di un messaggio inviato da Emmanuel Macron nel gennaio 2024, relativo all’accordo commerciale. Il testo, intercettato da Politico, conteneva le preoccupazioni francesi sull’impatto dell’intesa per gli agricoltori, ma è stato cancellato dai dispositivi della presidente della Commissione. Bruxelles ha affermato che sui telefoni di von der Leyen era attiva la funzione di autodistruzione dei messaggi tramite Signal e che il contenuto non presentava rilevanza amministrativa o legale tale da richiederne l’archiviazione.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.