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La Germania vuole l’esercito più forte d’Europa: «Il nostro stile di vita è in pericolo»

«Vogliamo rendere la Bundeswehr l’esercito convenzionale più forte dell’Unione Europea, come si addice a un Paese della nostra dimensione e responsabilità». Con queste parole, il cancelliere Friedrich Merz ha sancito la svolta militare della Germania, che punta a dotarsi della forza armata più potente del continente per affrontare quella che definisce «una nuova era di minacce». A quasi ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, Berlino archivia i tabù del passato e prepara un riarmo senza precedenti volto a riaffermare la centralità strategica tedesca, mentre il ministro della Difesa Boris Pistorius avverte che «non è allarmismo dire che il nostro stile di vita è in pericolo».

Nei “Piano Operativo Germania”, la Bundeswehr punta a crescere fino a 460.000 unità entro il 2029, con 80.000 soldati attivi e circa 120.000 riservisti, per garantire una forza mobilitabile in tempi rapidi. A questo si aggiunge un massiccio programma di investimenti in armamenti, logistica e tecnologia, pensato per riportare l’esercito tedesco al vertice europeo per capacità operative. «Non è un piano di guerra, ma piuttosto un piano di prevenzione della guerra», ha spiegato il Tenente Generale Alexander Sollfrank, capo del Comando Operativo delle forze armate. Il progetto [1] si inserisce nella cornice della “Zeitenwende” (letteralmente “svolta epocale”, termine usato per la prima volta in senso politico dal cancelliere tedesco Olaf Scholz il 27 febbraio 2022), che indica il cambio di rotta della Germania dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Come ha dichiarato Merz [2] nel suo discorso al Bundestag, «La nostra libertà, la nostra pace e la nostra sicurezza sono seriamente in pericolo» e «oggi non basta più reagire alle crisi: serve essere pronti a prevenirle». Sul piano strategico, Berlino è destinata a diventare il fulcro operativo della NATO in Europa e il principale garante della sicurezza europea. In questa direzione vanno i nuovi programmi di spesa che, grazie al fondo straordinario da 100 miliardi di euro istituito dopo il 2022, permetteranno l’acquisto di mezzi blindati, sistemi di difesa aerea, missili a lungo raggio e nuovi aerei da combattimento.

Secondo documenti [1] governativi visionati da Politico, Berlino prepara un’espansione militare da 377 miliardi di euro, la più imponente dal 1945. Il piano prevede 561 sistemi antiaerei Skyranger 30, 14 batterie IRIS-T SLM, 396 missili SLM, 300 IRIS-T LFK e 400 missili da crociera Tomahawk Block Vb, oltre a 3 lanciatori mobili Typhon. Dal 2026, la Germania ospiterà anche i missili ipersonici Dark Eagle, capaci di colpire la Russia centrale in 7 minuti: il simbolo di una deterrenza sempre più autonoma dagli Stati Uniti. Il nuovo “Force Model” dell’Alleanza prevede la possibilità di mobilitare fino a 800.000 uomini in 180 giorni in caso di emergenza, e la Germania dovrà sostenere una quota significativa di questo contingente. Pistorius ha sottolineato che «la Russia si sta preparando per un’altra guerra» e che l’Europa deve farsi trovare pronta. A rincarare la dose Sollfranck [3], che si è detto convinto che il conflitto con la Russia sia inevitabile e che, pertanto, «un attacco su larga scala alla NATO potrebbe diventare possibile, e presto». La Bundeswehr ha già avviato una riforma interna che punta a rendere più efficienti i comandi e a migliorare la logistica, da tempo considerata un punto debole. Tuttavia, restano ostacoli strutturali: carenza di reclute, infrastrutture obsolete e una catena di approvvigionamento ancora troppo lenta.

Il nuovo protagonismo militare tedesco evoca il riarmo degli anni Trenta che preparò la Wehrmacht all’Operazione Barbarossa, ma non lascia indifferente l’Europa. In Italia [4], il ministro della Difesa Guido Crosetto, durante una puntata della trasmissione 5 minuti [5], in onda su RAI 1, ha indicato Berlino come esempio da seguire, chiedendo una riforma profonda delle forze armate e un incremento di almeno 30.000 unità, richiamando esplicitamente i numeri tedeschi. Roma, come Berlino, tenta di ridefinire la propria strategia tra le pressioni della NATO e i limiti di bilancio. Mentre in Europa cresce la corsa agli armamenti, la Germania guida una stagione che, abbandonata la prudenza del dopoguerra, riporta al centro la logica della potenza. Nel solco della storia tedesca, risuona l’ammonimento di Marx ne Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte: la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia e la seconda come farsa. Allora, nel 1941, l’invasione dell’URSS decretò la rovina della Germania; oggi, un riarmo giustificato da una minaccia costruita a tavolino rischia di spingere ancora una volta il Vecchio Continente sull’orlo del baratro.

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Enrica Perucchietti

Laureata con lode in Filosofia, vive e lavora a Torino come giornalista, scrittrice ed editor. Collabora con diverse testate e canali di informazione indipendente. È autrice di numerosi saggi di successo. Per L’Indipendente cura la rubrica Anti fakenews.