Per intere generazioni di giovani, specie tra gli anni ’90 e i primi duemila, il modo per conoscere l’Europa spendendo poco e con lo zaino in spalla è stato l’Interrail, il programma con il quale si poteva girare sui treni di tutta Europa a prezzo convenzionato. Internet, nel suo utilizzo di massa, era ancora agli albori: si viaggiava senza navigatore e si cercavano gli ostelli sulle guide stampate. Le compagnie low cost stavano muovendo i primi passi e prendere un aereo costava ancora tantissimo. Nel giro di pochi anni le cose sono cambiate. I voli a 20 euro hanno trasformato la geografia del viaggio: le città non erano più collegate da linee ferroviarie e metropolitane, ma da aeroporti periferici e pullman navetta. L’Interrail ha vissuto un periodo d’ombra, quasi una reliquia romantica del passato. E invece, eccoci qui, nel 2025, a parlarne ancora. Non per nostalgia, ma per contingenza: prezzi dei voli in aumento, maggiore attenzione al clima e una generazione che sembra voler rallentare, almeno per il momento. Un panorama in cui l’Unione Europea non si è fatta scappare l’occasione, aggiungendoci un pizzico di propaganda.
In occasione dei 40 anni dalla firma dell’Accordo di Schengen, infatti, è stata lanciata l’iniziativa DiscoverEU, che prevede la possibilità, per chi ha appena compiuto 18 anni, di ottenere un biglietto Interrail gratuito. Non è per tutti: bisogna rientrare in criteri piuttosto precisi. Innanzitutto, l’età: sono ammessi solo i nati nel 2007. Poi serve essere cittadini di uno Stato membro o di un Paese associato al programma Erasmus+ (come Islanda, Norvegia, Serbia, Macedonia del Nord, Turchia). I posti sono limitati e le quote vengono distribuite in base alla popolazione: per esempio la Germania ne ha 6.837, la Francia 5.540, l’Italia 4.888. Se un Paese non esaurisce la propria quota, i posti avanzati vengono redistribuiti altrove.
Per iscriversi c’è una finestra precisa: dal 30 ottobre al 13 novembre di quest’anno.
Poi bisogna aspettare: i viaggi potranno iniziare dal 1° marzo 2026, per un periodo che può andare da uno a trenta giorni. Il pass è quasi esclusivamente ferroviario, in seconda classe. I trasporti urbani non sono inclusi, quindi per muoversi nelle città bisognerà comunque spendere. C’è però una carta sconto per ostelli, musei, eventi culturali e sportivi.
Ma non basta: per tentare di accaparrarsi il biglietto bisogna anche superare un quiz. Cinque domande a risposta multipla più una di spareggio, con la possibilità di partecipare anche in gruppo (fino a cinque persone). In tal caso, il quiz lo fa uno solo: sperando che abbia studiato. Per candidarsi, ovviamente, c’è un sito internet [1]. Si compila il modulo, si risponde al quiz, si incrociano le dita.
Appare piuttosto evidente che dietro questa iniziativa non c’è solo la voglia di far viaggiare i ragazzi, specie in un panorama dove Bruxelles risulta sempre più orientata [2] agli investimenti in comunicazione. L’Unione Europa, che negli ultimi anni ha perso smalto e consenso tra i più giovani, prova a tornare simpatica, considerato il rischio di apparire solo l’istituzione dedica al riarmo, alla burocrazia e all’imposizione dell’austerità finanziaria. Resta comunque una bella opportunità per affacciarsi, appena maggiorenni, su un mondo nuovo.