Una nuova banca sta nascendo negli Stati Uniti per servire l’“economia innovativa” legata alle nuove tecnologie: la Erebor Bank. L’istituto non ha però ancora fatto in tempo ad aprire ufficialmente i battenti che già sta suscitando non poche preoccupazioni. Non solo fa propria un’eredità finanziaria fragile, ma intreccia anche legami con figure controverse come Palmer Luckey, Peter Thiel e Joe Lonsdale — imprenditori e gestori di hedge fund tanto influenti quanto divisivi.
Secondo quanto rivelato dal Financial Times [1], l’obiettivo dichiarato di Erebor Bank è quello di affiancare aziende che operano in settori tecnologici ad alto rischio: dalle criptovalute all’intelligenza artificiale, passando per l’industria della Difesa. Senza ovviamente farsi mancare la possibilità di accogliere tra i suoi potenziali clienti gli individui ultra-high-net-worth (UHNW) attivi in questi stessi ambiti. A ben vedere, si tratta del terreno già battuto in passato dalla Silicon Valley Bank, la cui drammatica implosione ha evocato [2] echi della crisi finanziaria del 2008.
Il nome stesso, Erebor, non contribuisce a infondere fiducia. Si tratta infatti di un riferimento alla “Montagna Solitaria” del romanzo Lo Hobbit di J. R. R. Tolkien, dimora di un drago avido e vanesio che ha razziato la regione e che dorme su un giaciglio di ricchezze trafugate ai legittimi proprietari. Il rimando al mondo tolkieniano non è casuale: il cofondatore della banca, Palmer Luckey, è già noto per aver creato nel 2017 Anduril Industries, azienda di tecnologie militari e armi autonome vicina al Dipartimento della Guerra statunitense, la quale prende il nome da una delle più celebri spade citate ne Il Signore degli Anelli.
Sia Erebor Bank che Anduril Industries sono state finanziate da hedge fund gestiti da Peter Thiel e Joe Lonsdale, membri della cosiddetta “PayPal Mafia”, con i due che avrebbero già raccolto circa 275 milioni di dollari per la nuova banca. Thiel, in particolare, è celebre per aver fondato Palantir, società specializzata in analisi dei dati utilizzata dai governi per attività di sorveglianza — un’altra impresa che, non a caso, deve il suo nome alla mitologia tolkieniana. Al di là delle citazioni letterarie, emerge come il gruppo di personalità coinvolte nel progetto appartenga a un circolo di “soliti noti”, grandi finanziatori repubblicani e megadonatori della campagna trumpiana, oggi capaci di esercitare un’influenza politica significativa su Washington.
La senatrice democratica Elizabeth Warren ha già lanciato l’allarme [3] su come, il 15 ottobre, l’Office of the Comptroller of the Currency (OCC) abbia concesso a Erebor Bank le approvazioni preliminari necessarie in appena quattro mesi — un tempo ben più contenuto dei nove mesi e mezzo normalmente richiesti. Secondo un’inchiesta di Business Insider [4]pubblicata ad agosto, una nota interna indirizzata agli investitori prometteva che, grazie alle «connessioni esclusive [di Palmer] con gli enti di vigilanza bancaria», l’autorizzazione sarebbe arrivata «in meno di sei mesi». «Le connessioni politiche di Palmer risolveranno il tutto», si leggeva nel documento. Altri osservatori hanno invece sottolineato come Adam Cohen, l’avvocato che stava lavorando alla documentazione della banca, sia stato assunto [5] a luglio dall’OCC come consigliere legale capo.
Jonathan Gould, Amministratore dell’OCC salito in poltrona un paio di settimane prima del reclutamento di Cohen, ha celebrato [6] l’approvazione preliminare della banca asserendo che la sua decisione sia «la prova che l’OCC, sotto la mia guida, non impone barriere generalizzate alle banche che vogliono impegnarsi in attività di asset digitali» e che «l’OCC continuerà a fornire un percorso mirato ad approcci innovativi ai servizi finanziari, così da garantire un sistema finanziario forte e diversificato, che rimanga rilevante nel tempo». Prima di poter diventare pienamente operativa, Erebor Bank dovrà ancora ottenere l’assicurazione sui depositi dalla Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) e dimostrare la conformità a rigorosi parametri prudenziali. L’istituto sarà sottoposto a verifiche su sicurezza informatica, capitale e, soprattutto, antiriciclaggio — controlli che, almeno sulla carta, dovrebbero richiedere altri nove mesi di esami approfonditi.