Ha colto di sorpresa diverse cancellerie europee e la stessa Ucraina l’inaspettata conversazione telefonica svoltasi ieri tra il presidente russo Vladimir Putin e quello statunitense Donald Trump, durata quasi due ore e mezza. Al centro dei colloqui la questione della guerra in Ucraina che Trump ha ancora l’intenzione di far cessare quanto prima, nonostante negli ultimi mesi abbia inasprito i toni contro il Cremlino minacciando un maggiore sostegno a Kiev. Nonostante ciò, Trump ha sottolineato l’urgenza di giungere alla pace in Ucraina definendola la sua missione più impegnativa fino ad oggi. A tal fine ha proposto un incontro a Budapest, in Ungheria, con il capo del Cremlino che potrebbe avvenire nelle prossime due settimane. Il consigliere del Cremlino Yury Ushakov ha reso noto che Mosca e Washington inizieranno «senza indugio» i preparativi per un nuovo incontro che potrebbe aver luogo a Budapest, definendolo «un evento davvero significativo». Il presidente statunitense ha definito la conversazione telefonica «produttiva».
Da parte sua, Putin ha «immediatamente sostenuto l’idea» dell’incontro, secondo [1] quanto riportano i media russi, e i due presidenti hanno anche concordato di mantenere contatti regolari. Allo stesso tempo, il capo russo ha sottolineato l’impegno di Mosca a «raggiungere una soluzione politica e diplomatica pacifica» al conflitto, ma non ha mancato di fare un resoconto sulla situazione sul campo avvertendo Trump sulle conseguenze della fornitura di missili all’Ucraina. Secondo media sia russi che occidentali, Putin ha avvertito che l’invio dei missili Tomahawk a Kiev peggiorerebbe le relazioni bilaterali tra USA e Russia, allontanando il processo di pace, e non altererebbero la situazione sul campo di battaglia, dove, secondo il presidente russo, le Forze Armate russe «controllano pienamente l’iniziativa strategica lungo l’intera linea di ingaggio». «Cosa pensate che dirà? Per favore, vendete i Tomahawk?», ha scherzato [2] successivamente Trump con i giornalisti. «No, non vuole», ha aggiunto, definendoli «un’arma feroce». Durante la conversazione telefonica con il suo omologo russo, Trump ha anche affermato che la fine del conflitto in Ucraina aprirebbe «enormi prospettive» di cooperazione economica tra Stati Uniti e Russia. La cooperazione con Mosca è un obiettivo prioritario di Washington anche per incrinare lo stretto partenariato della Russia con la Cina, che è il primo avversario geopolitico e commerciale della potenza a stelle e strisce. Fatte queste considerazioni e vista l’importanza che Trump attribuisce a un accordo di pace tra Russia e Ucraina, sembra improbabile che il presidente americano possa a stretto giro inviare i Tomahawk all’Ucraina.
È significativo il fatto che i governi europei non siano stati informati preventivamente della conversazione, segno di un sostanziale scavalcamento di Bruxelles da parte di Washington, cosa che già si era verificata per l’incontro tenutosi in Alaska tra i due Capi di Stato ad agosto. Bruxelles risulta priva della forza politica, economica e militare per svolgere un ruolo di primo piano nei negoziati diplomatici per chiudere il conflitto tra Mosca e Kiev che ormai si avvia verso il suo quarto anniversario. L’unico capo europeo che ha mantenuto buone relazioni con la Russia è l’ungherese Viktor Orban e non è un caso che i prossimi colloqui tra Trump e Putin si svolgeranno proprio a Budapest. «L’incontro programmato tra i presidenti americano e russo è una grande notizia per i popoli amanti della pace nel mondo», ha dichiarato Orbán su X. L’incontro effettivo tra Trump e Putin si terrà dopo i colloqui, previsti per la prossima settimana, tra i gruppi guidati dal Segretario di Stato americano Marco Rubio e dal Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, in una sede da definire.
Nel frattempo, sono in corso i colloqui di Trump e Zelensky [3] nello Studio Ovale per informare il presidente ucraino dei contenuti della conversazione con Putin: secondo le ultime notizie, l’accoglienza di Zelensky a Washington è stata fredda. All’aeroporto, infatti, non era presente nessun volto di primo piano del governo Trump ad attenderlo. Con ogni probabilità, Zelensky dovrà mettere da parte l’idea di colpire in profondità la Russia con i missili Tomahawk e cominciare a pensare a un processo di pace. Secondo l’agenzia di stampa russa Tass, infatti, Trump dovrebbe tenere conto di tutti i punti sollevati da Putin durante la conversazione telefonica di ieri nel suo incontro di oggi con Zelensky.