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Fotovoltaico in Sardegna: 90 ettari di pannelli in un’area protetta UNESCO

A tre anni dalla prima presentazione del progetto, il Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica (MASE) ha dato [1] il via libera alla realizzazione di una centrale fotovoltaica nel territorio di Putifigari, nel nord della Sardegna. La nuova centrale, della potenza complessiva di 72,6 MW, sorgerà nei territori di Monte Siseri e Seddonai, occupando un’area di poco inferiore ai 90 ettari. Secondo quanto prevede il progetto, parte di essa si troverà all’interno di una zona considerata patrimonio dell’UNESCO per la presenza delle domus de jana, case funerarie tipiche dell’isola risalenti alla Sardegna prenuragica.

Nel documento del MASE si legge chiaramente che, proprio per questa ragione, il parere rilasciato in precedenza dal Ministero della Cultura sulla realizzazione dell’opera era negativo. Alcune porzioni del tracciato del cavidotto rientrano infatti all’interno della fascia di rispetto di 500 metri dai beni culturali vincolati, «risultando, quindi, solo parzialmente localizzate in area idonea». Eppure, il problema sembra non porsi nemmeno, dal momento che il Comitato tecnico PNRR-PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) ha decretato che il progetto possa inserirsi senza problemi «nel contesto paesaggistico» e che le compensazioni previste, ovvero «opere a verde perimetrali», siano sufficienti a mitigare «gli impatti visivo-percettivi». Il progetto è d’altronde considetato dal Ministero di importanza strategica, dal momento che «concorre al raggiungimento degli obiettivi del PNIEC e del Piano per la Transizione Ecologica (PTE)».

La decisione del MASE, riporta il Coordinamento Gallura contro la speculazione eolica e fotovoltaica, «calpesta con arroganza istituzionale il lunghissimo e dettagliatissimo parere contrario del Ministero della Cultura (MIC) e della soprintendenza ABAP di Sassari». Oltre a trovarsi nel mezzo della zona cuscinetto della domus de jana di Monte Siseri, infatti, questa sarà ad appena 70 metri dai pannelli di Nuraghe Pedra de Fogu, a 10 metri circa dalle strutture di Monte Siseri e a 250 metri dalla domus de janas S’Ena Cocciada, in un punto dove si trova «una concentrazione di storia millenaria che sarà non solo deturpata nel paesaggio, ma letteralmente minacciata nelle sue fondamenta da un progetto industriale». Il Coordinamento invoca quindi la Regione Sardegna, chiedendo che si opponga alla delibera del MASE e non rilasci l’Autorizzazione Unica. Nel frattempo i comitati sardi, da tempo impegnati nella difesa del proprio territorio dall’assalto delle infrastrutture e dalla “speculazione energetica”, promettono battaglia.

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Valeria Casolaro

Ha studiato giornalismo a Torino e Madrid. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, frequenta la magistrale in Antropologia. Prima di iniziare l’attività di giornalista ha lavorato nel campo delle migrazioni e della violenza di genere. Si occupa di diritti, migrazioni e movimenti sociali.