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I sindacati hanno proclamato un nuovo sciopero per la Palestina

La marina israeliana ha attaccato [1] la Global Sumud Flotilla. Gran parte dei 45 vascelli della missione umanitaria è stata intercettata e gli attivisti a bordo arrestati illegalmente. Di tutta risposta, in Italia decine di piazza si sono riempite di manifestanti al grido di “Blocchiamo tutto” e l’Unione Sindacale di Base (USB) e la CGIL hanno proclamato lo sciopero generale per l’intera giornata di domani, 3 ottobre, che si unirà dunque a quello annunciato dai Cobas il 18 settembre scorso. Saranno coinvolti tutti i settori pubblici e privati, con l’obiettivo di dare continuità allo sciopero generale del 22 settembre, quando in piazza sono scese centinaia di migliaia di italiani. Un’ipotesi che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini intende scongiurare, valutando l’uso della precettazione che declasserebbe di fatto lo sciopero generale a disservizio.

Le richieste della mobilitazione sono chiare: «interrompere ogni relazione militare, commerciale e non, con uno Stato protagonista di un genocidio, rifiutarsi di lavorare per uno Stato che non solo vende [2] armi e collabora a tutti i livelli con Israele, ma che destina [3] decine e decine di miliardi alla folle corsa al riarmo invece di destinarle ad assicurare diritti sociali, salari dignitosi e servizi pubblici», come scrive USB, che ha già organizzato lo sciopero del 22 settembre. «Lo avevamo detto e lo faremo: quanto accaduto oggi alla Flotilla rende necessario tornare in piazza e bloccare nuovamente il paese per esprimere solidarietà agli attivisti della Global Sumud Flotilla e per continuare a denunciare il genocidio del popolo palestinese», aggiunge l’Unione Sindacale di Base nell’annunciare per domani lo sciopero generale senza i dieci giorni di preavviso previsti ordinariamente. Stando alla legge n. 146/90 è possibile convocare uno sciopero generale senza preavviso in risposta a eventi gravi e improvvisi: l’attacco all’ordine costituzionale e la lesione dell’incolumità dei lavoratori. Due fattispecie che gli organizzatori invocano, facendo appello a una serie [4] di articoli della Costituzione e di trattati ratificati dall’Italia. La CGIL, nel fare eco a USB, sottolinea come l’aggressione israeliana alla Global Sumud Flotilla sia «un colpo inferto all’ordine costituzionale stesso che impedisce un’azione umanitaria e di solidarietà verso la popolazione palestinese sottoposta dal governo israeliano ad una vera e propria operazione di genocidio. Un attentato diretto all’incolumità e alla sicurezza di lavoratrici e lavoratori, volontarie e volontari imbarcati».

Non sembra essere della stessa opinione la Commissione di garanzia degli scioperi (istituita proprio dalla legge n. 146/90), secondo cui il mancato preavviso della mobilitazione annunciata da USB e CGIL non è giustificato. Appare dunque probabile l’intervento di Matteo Salvini, pronto a precettare lo sciopero e a limitarlo. La retorica adoperata è la solita: «evitare che una minoranza irresponsabile possa danneggiare milioni di italiani», come si legge sul sito del MIT. Un eccesso di zelo che puntualmente pare smaterializzarsi durante i disagi quotidiani avvertiti da residenti e pendolari per gli spostamenti su ruota e rotaia, a suon di ritardi, cancellazioni e infrastrutture fatiscenti.

In attesa di saperne di più sull’eventuale precettazione gli scioperi generali di USB [5] e CGIL [4] restano confermati, così come quello dei Cobas [6], annunciato col preavviso dei dieci giorni e quindi non a rischio di limitazione. I primi lavoratori a incrociare le braccia saranno quelli delle ferrovie, dalle 21 di questa sera alle 20:59 di domani, con due fasce di garanzie previste: dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 del 3 ottobre. Durante lo sciopero generale saranno infatti garantiti i servizi minimi essenziali. Anche il personale autostradale inizierà lo sciopero in serata, dalle 22. Dalla mezzanotte si aggiungerà invece il resto delle categorie dei lavoratori, dalla scuola alla sanità e vigili del fuoco (dalle 8 alle 14), passando per l’intero settore privato.

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Salvatore Toscano

Laureato in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali, per L’Indipendente si occupa di politica, diritti e movimenti. Si dedica al giornalismo dopo aver compreso l’importanza della penna come strumento di denuncia sociale. Ha vinto il concorso giovanile Marudo X: i buoni perché della politica.