Nelle mattine di domenica 28 e lunedì 29 settembre, la Digos di Brescia ha effettuato perquisizioni domiciliari contro giovani studenti e attivisti che avevano partecipato allo sciopero [1] per Gaza del 22 settembre. Agli studenti sono stati sequestrati indumenti e notificati “avvisi orali” del Questore, oltre a daspo urbani. I collettivi studenteschi e i centri sociali hanno denunciato ieri l’operato delle forze dell’ordine durante un’affollata conferenza stampa. Nel corso della protesta del 22 settembre, al quale avevano preso parte 20 mila persone circa, la polizia era intervenuta con cariche e lacrimogeni per bloccare il corteo, causando numerosi feriti, anche minorenni, per le manganellate.
Come denunciato in conferenza stampa, gli studenti che si trovano ora ai domiciliari non hanno il permesso di uscire nemmeno per recarsi a lezione a scuola. In un verbale della polizia recapitato ai comitati, gli agenti avrebbero dichiarato che l’intenzione della frangia del corteo che si è distaccata dal resto dei manifestanti fosse quella di «aggredire la polizia», oltre che di «andare alla stazione e devastare tutto». L’intervento, specifica il documento letto durante la conferenza stampa, riporta che una «carica di alleggerimento» si sarebbe resa necessaria dopo il lancio di pietre e bottiglie, che secondo i manifestanti non si sarebbe mai verificato. A smentire le dichiarazioni, dichiarano i collettivi, sarebbero gli stessi video [2] realizzati durante gli scontri.
«Quando la parte più giovane del corteo ha tentato di arrivare alla stazione per bloccare i binari – riporta un comunicato [3] di Collettivo Onda Studentesca – lo ha fatto con l’intento di dare un segnale forte: la solidarietà non può essere solo una parola, deve diventare azione concreta. Chi ha spinto verso la stazione erano giovani senza caschi e scudi ma con la rabbia e il coraggio di chi non vuole più stare a guardare. Davanti a loro la polizia, con la forza e la violenza che sa esercitare: colpi al volto, manganelli, lacrimogeni e intimidazioni. L’ennesimo uso sproporzionato, e lo sapevamo bene, della forza contro coloro che non volevano praticare violenza ma solo occupare la stazione».
Nell’ambito dello sciopero di lunedì 22 settembre scorso, centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il genocidio a Gaza, in una delle manifestazioni più partecipate degli ultimi anni in Italia, con numerose attività che hanno scioperato. In alcune città si sono verificati scontri, a seguito del tentativo dei manifestanti di bloccare il traffico automobilistico e dei treni. Violenze da parte della polizia sono state registrate in varie città, tra le quali Milano e Bologna, dove sono stati aperti gli idranti contro le persone sedute in strada.