Dopo la Germania, anche l’Italia si prepara a convertire le fabbriche del settore automobilistico in industrie belliche. Ad annunciarlo è il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, in occasione di una visita in Veneto. In una tappa a Castelfranco, in provincia di Treviso, il ministro ha portato l’esempio di Berco, azienda metalmeccanica in crisi da tempo, che secondo Urso potrebbe andare incontro a una «diversificazione produttiva» puntando alla difesa con il sostegno del colosso italiano Leonardo. Come Berco molte altre, ha ribadito il ministro a Mestre: «In alcuni casi l’industria dell’automotive potrà produrre, diversificandosi, anche per l’industria della difesa perché sono in alcuni casi contigue». Le dichiarazioni di Urso fanno eco a un annuncio risalente allo scorso marzo, quando il ministro aveva aperto le porte a un eventuale piano per convertire le fabbriche del settore auto in industrie per la difesa.
Gli annunci di Urso sono arrivati in occasione di un viaggio del ministro in Veneto composto da più tappe. A Castelfranco, dove ha inaugurato una sede di Fratelli d’Italia, il ministro ha parlato di una possibile conversione di Berco, di cui è presente una fabbrica nel medesimo Comune. Berco produce componenti per automobili; l’azienda è in crisi da tempo e nel 2024 ha annunciato il licenziamento di 480 operai attivi nello stabilimento di Copparo, in provincia di Ferrara. Lo stesso ministero delle Imprese si è preso carico della crisi evitando i licenziamenti. Per quanto riguarda l’azienda «siamo in contatto con aziende importanti e significative come Leonardo e non solo, che possano rivolgersi a un comparto in crescita, come l’industria della difesa. Riconversione tanto più necessaria, alla luce degli ultimi avvenimenti, che ci fanno capire come purtroppo la guerra sia intorno all’Europa e come le minacce incombano nel nostro continente», ha detto il ministro.
Arrivato a Mestre per partecipare alla mostra “Identitalia – The Iconic Italian Brands”, Urso ha affermato che, in generale, le fabbriche del settore automotive si prestano bene alla conversione in industrie per le armi, che in questo momento risultano in forte crescita: «Ad esempio un chip si può fare per un’auto ma anche per un autoblindo», ha detto il ministro, facendo riferimento a possibili tecnologie a doppio uso civile e militare. «E ricordiamoci che Leonardo è impegnata in prima linea anche nella realizzazione di sommergibili», ha aggiunto. La possibilità di convertire sempre più fabbriche del settore automotive in siti di produzione per il settore bellico era stata preannunciata a marzo [1] dallo stesso Urso. Tale scelta è arrivata anche in Germania, con il colosso bellico Rheinmetall che ha adocchiato lo stabilimento di Osnabrück, e con la Deutz AG di Colonia, azienda attiva nella produzione di motori e autocarri, che ha annunciato la propria intenzione di raddoppiare gli investimenti nel settore bellico. Il settore automobilistico, inoltre non è il solo a essere protagonista di possibili conversioni produttive. Durante il suo discorso a Mestre, Urso ha parlato anche di Superjet International, joint venture tra l’italiana Alenia Aermacchi e la russa Sukhoi Holding Company che produce aerei di linea. Anche in questo caso, i lavoratori dello stabilimento di Tessera, un totale di 150, «saranno riassorbiti nel perimetro di Leonardo», anche se non è chiaro dove e verso cosa verrebbero indirizzati.