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Israele isola dal mondo la Cisgiordania occupata: chiuso l’unico valico verso l’estero

Israele sta blindando anche la Cisgiordania. Il valico di Allenby, unico punto di passaggio tra la Giordania e la Cisgiordania, verrà chiuso “fino a nuovo avviso” da domani “su indicazione della leadership politica”. Lo ha dichiarato un portavoce dell’Autorità aeroportuale israeliana, che sovrintende al valico, non fornendo ulteriori motivazioni per la chiusura. Army Radio, citata da Times of Israel [1], riferisce che i funzionari della sicurezza hanno ricevuto istruzioni dal primo ministro Benjamin Netanyahu in persona di chiudere il confine in entrambe le direzioni. Il media riporta di aver chiesto all’ufficio del primo ministro se la decisione di chiudere il valico di frontiera fosse legata all’ondata di riconoscimenti internazionali dello Stato palestinese, ma di non aver ricevuto risposta.

Il valico è di importanza vitale per i palestinesi residenti nei territori occupati della Cisgiordania: essendo l’unica frontiera attraversabile per la maggior parte dei residenti, è il punto dalla quale passano molti dei palestinesi che desiderano recarsi all’estero ed è anche l’unica porta per il trasporto delle merci commerciali tra la Giordania e la Cisgiordania. La sua chiusura è una ulteriore punizione collettiva per i cittadini palestinesi già blindati in Cisgiordania tra check-points e occupazione di coloni e militari israeliani.

Il valico è di importanza vitale per i palestinesi residenti nei territori occupati della Cisgiordania: è il punto dalla quale passano molti dei palestinesi che desiderano recarsi all’estero ed è anche l’unica porta per il trasporto delle merci commerciali tra la Giordania e la Cisgiordania. Fonte mappa Jordan Horizons Tour

Tel Aviv aveva appena riaperto il valico di Allenby lunedì, quattro giorni dopo che un uomo alla guida di un camion di aiuti umanitari giordano aveva ucciso a colpi di arma da fuoco due soldati israeliani. Il valico era stato chiuso in seguito alla sparatoria per poi essere riaperto ai passeggeri ma non agli aiuti umanitari diretti a Gaza, teoricamente fino al completamento delle indagini. Nella giornata del 22 settembre era stato nuovamente chiuso a causa del capodanno ebraico. La riapertura era prevista al termine della festività ebraica.

Questo ulteriore attacco alla libertà dei palestinesi arriva dopo le recenti dichiarazioni del primo ministro Netanyahu, che domenica 21 settembre aveva preannunciato la sua “risposta” ai Paesi che riconoscono lo Stato palestinese una volta tornato dalla visita negli Stati Uniti. Domenica scorsa, infatti, Gran Bretagna, Canada, Australia e Portogallo hanno dichiarato il loro riconoscimento dello Stato di Palestina, seguiti subito dopo da Lussemburgo, Belgio, Andorra, Francia, Malta, Monaco e Repubblica di San Marino. Il numero di Paesi che riconoscono lo Stato è arrivato così a circa 159 su 193 Stati membri dell’ONU. Il tentativo è quello di rilanciare verso la soluzione dei due Stati, mentre il genocidio a Gaza continua. In risposta, alcuni alleati della coalizione di destra di Netanyahu hanno affermato che il governo dovrebbe annettere la Cisgiordania. E Netanyahu ha fatto chiudere tutti i confini.

Intanto, mentre il governo spagnolo ha approvato l’embargo “totale” sulle armi a Israele, una misura parte di un pacchetto di altre iniziative volte a fermare quello che il primo ministro Pedro Sánchez ha definito “il genocidio a Gaza”, e mente sempre più Stati europei e non stanno riconoscendo lo stato di Palestina, l’Italia continua a dichiararsi solidale e alleata di Israele, rendendosi complice di un Paese che ormai non nasconde più il suo volto genocidario. Il governo Meloni sta anche ignorando le centinaia di migliaia di persone che sono scese ieri nelle piazze di tutta Italia in uno sciopero nazionale come non si vedeva da anni, dimostrando, ancora una volta, il poco interesse del governo verso l’opinione dei propri cittadini. E dando appoggio politico a un paese che continua a utilizzare forme di punizione collettiva per perseguire la sua politica di annessione e pulizia etnica.

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Moira Amargi

Moira Amargi esiste ed è una persona specifica, ma il nome è uno pseudonimo, usato quando pubblica report sulla Palestina o dall'interno di cortei e momenti di conflitto sociale a rischio repressione. È corrispondente per L'Indipendente dal Medio Oriente e dai Territori Palestinesi occupati.