Con l’avvio dell’ottantesimo ciclo dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite altri dieci Paesi si sono uniti alla lista degli Stati che riconoscono la Palestina. Si tratta di Andorra, Australia, Belgio, Canada, Francia, Lussemburgo, Malta, Monaco, Portogallo e Regno Unito, a cui nei prossimi giorni potrebbero seguire altri Stati. Tra questi ultimi, tuttavia, non figura l’Italia: davanti a una platea di rappresentanti che annunciavano il proprio riconoscimento della Palestina, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto che «l’Italia supporta con forza il sogno del popolo palestinese di avere uno Stato»; l’ennesima dichiarazione verbale priva di reale contenuto, volta a mostrare il sostegno italiano alla causa palestinese solo attraverso slogan e frasi fatte, rilasciata mentre nelle piazze di tutto il Paese centinaia di migliaia di persone manifestavano il proprio supporto concreto alla Palestina.
Gli ultimi riconoscimenti della Palestina da parte degli Stati dell’ONU sono stati inaugurati domenica 21 settembre da Canada, Portogallo e Regno Unito. Ieri, si sono uniti all’appello anche gli altri sette Paesi, che hanno così portato il numero di Stati membri dell’ONU che riconoscono la Palestina a 157 su un totale di 193, tra cui figurano anche i tre membri del G7 appena aggiuntisi (Canada, Francia e Regno Unito). Il ministro degli Esteri del Belgio ha spiegato alla emittente RTL Info [1] che riconoscerà la Palestina in due fasi: prima «politicamente» per dare «un forte segnale diplomatico» nell’attuale momento di crisi; poi arriverà «il momento della formalizzazione giuridica tramite decreto reale». Gli annunci dei dieci Paesi arrivano dopo quello rilasciato dal presidente francese Macron lo scorso luglio, che ha dichiarato che la Francia avrebbe riconosciuto la Palestina con l’avvio del nuovo ciclo dell’Assemblea Generale dell’ONU. Le dichiarazioni di Macron hanno aperto la porta ad analoghi annunci, che si stanno lentamente concretizzando. Tra i Paesi che stanno valutando il riconoscimento della Palestina figurano ancora almeno Lichtenstein, Nuova Zelanda e San Marino.
Il recente slancio dei Paesi occidentali nel riconoscimento dello Stato di Palestina arriva dopo un primo moto avviato l’anno scorso da diversi altri Stati tra cui figurano [2] Irlanda, Slovenia e Spagna. Con queste nuove aggiunte, la maggioranza dell’UE riconosce ufficialmente lo Stato di Palestina; tra i maggiori Paesi comunitari, continuano tuttavia a mancare all’appello l’Italia e la Germania, altri due membri del G7. Le parole usate ieri da Tajani sono in linea con le dichiarazioni rilasciate negli ultimi due anni dal governo italiano: forti nei toni, vuote nei fatti. L’Italia, ha detto il ministro, crederebbe fortemente nella soluzione a due Stati e appoggerebbe l’istituzione di uno Stato palestinese; nonostante ciò, non ha intenzione di riconoscerlo. L’esecutivo ha spesso sostenuto che un riconoscimento formale della Palestina sarebbe controproducente schierandosi più volte a favore di un riconoscimento soggetto al benestare e alle condizioni israeliane. Per quanto gli altri Paesi abbiano fatto passi avanti formali nel riconoscimento della Palestina, le condizioni italiane non differiscono troppo da quelle degli altri Stati. La Palestina che è stata riconosciuta dalla Francia è infatti uno Stato soggetto a supervisione politica e militare esterna, e ancora lontano dall’esistenza di fatto [3]; per permettere realmente l’istituzione di una entità palestinese, andrebbe infatti fermato il genocidio in Palestina, attraverso misure concrete contro lo Stato di Israele, come sanzioni, embargo e sospensioni degli scambi commerciali e istituzionali.