Alcune delle aziende più grandi del mondo possono influenzare in modo determinante il processo democratico attraverso un’intensa attività di lobbismo, lo sfruttamento dei lavoratori e facendo leva sugli ingenti profitti che ricavano per finanziare un’agenda politica improntata al controllo tecnologico e alla militarizzazione dell’economia. È quanto emerge dal rapporto annuale Corporate Underminers of Democracy: si tratta di una lista annuale di aziende [1]che violano i diritti umani e dei lavoratori, consolidano il potere dell’industria bellica e evadono le tasse, redatta dalla Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC), la cui missione è la promozione e la difesa dei diritti e degli interessi dei lavoratori, attraverso la cooperazione internazionale tra sindacati, campagne globali e attività di sensibilizzazione. Nella lista stilata quest’anno compaiono Amazon, Anduril Industries, Meta, Northrop Grumman, Palantir Technologies, Space Expolration Technologies e Vanguard. Questi colossi informatici e tecnologici stanno favorendo un crescente militarismo, facendo pressioni per un’ampia deregolamentazione nel settore della difesa, non rispettano i diritti umani e dei lavoratori e, attraverso l’accentramento della ricchezza, riescono a imporre nuove forme di governo, basate sul sempre maggiore controllo tecnologico e digitale e sulla profilazione degli utenti. Sono i dati, infatti, la vera miniera d’oro delle società tecno-capitaliste.
Amazon

L’azienda del miliardario Jeff Bezos, nota in tutto il mondo e dalla quale i consumatori occidentali acquistano e ricevono direttamente a casa innumerevoli beni di tutti i generi ogni anno, organizza regolarmente eventi nel settore della difesa e ha stipulato un accordo da 1,2 miliardi di dollari con Google e il governo israeliano di estrema destra per intensificare la sorveglianza dei palestinesi nei Territori Occupati. Secondo un rapporto del Relatore Speciale delle Nazioni Unite, Amazon sostiene l’infrastruttura cloud israeliana Project Nimbus, che i funzionari militari hanno descritto come «un’arma in tutti i sensi» per la sorveglianza e la presa di mira. L’azienda di Bezos ha inoltre speso almeno 19,1 milioni di dollari [2] per fare lobbismo presso il governo degli Stati Uniti nel 2024, al fine di mantenere lo status di Amazon Web Services (AWS), ossia di principale fornitore di cloud computing [3] per l’industria degli armamenti. E nel 2025 ha esercitato pressioni per impedire la regolamentazione [4] dell’intelligenza artificiale. Ma il potere d’influenza di Amazon non finisce qui, estendendosi anche all’ambito delle agenzie di intelligence: il colosso di vendita online ha, infatti, un contratto da 10 miliardi di dollari con la National Security Agency, diversi contratti a supporto della Joint Warfighting Cloud Capability del Dipartimento della Difesa e centinaia di milioni di dollari in contratti con la CIA (Central Intelligence Agency). Ciò significa che Amazon collabora direttamente nelle attività di intelligence nazionali, avendo probabilmente anche voce in capitolo rispetto alle decisioni e all’operato dei servizi segreti.
Sul piano dell’equità e della giustizia sociale, si osserva un’enorme sproporzione tra i compensi percepiti dai vertici e quelli dei lavoratori: basti pensare che l’attuale amministratore delegato di Amazon, Andy Jassey, percepisce [5]uno stipendio 43 volte superiore a quello medio di un dipendente Amazon, mentre l’azienda investe milioni di dollari in consulenti antisindacali per reprimere l’organizzazione e le proteste dei suoi dipendenti in tutto il mondo.
Industrie Anduril e Meta
Anduril, probabilmente la meno nota delle aziende incluse nella lista, è una società statunitense specializzata in sistemi di difesa basati sull’intelligenza artificiale, tra cui droni autonomi, torri di sorveglianza, IA per il processo decisionale sul campo di battaglia, sistemi di sicurezza delle frontiere e software di simulazione per l’addestramento militare virtuale. In breve, è l’azienda che sta [6]costruendo [6] l’infrastruttura per la guerra automatizzata – in cui le macchine possono uccidere in modo autonomo – e la sorveglianza digitale, in modo rapido e su larga scala. La società lavora per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, la Border Patrol e le forze militari degli alleati della NATO.
Per quanto riguarda Meta, la società di Mark Zuckerberg che controlla Facebook e Instagram, la compagnia era già finita nel mirino per avere censurato diversi utenti sui suoi social media in particolare durante il periodo della pandemia di Covid19, anche in base alle direttive del governo statunitense. Recentemente, Meta ha [7]censurato [7] i contenuti che denunciano il genocidio a Gaza ed esprimono sostegno nei confronti della resistenza palestinese. Arrivando al punto di denunciare chi, all’interno della stessa azienda, si opponeva alla censura. Allo stesso tempo ha permesso sulle sue piattaforme social la pubblicazione di annunci pubblicitari da parte di agenzie immobiliari israeliane che promuovono la vendita di abitazioni in villaggi e località della Cisgiordania occupata. Anche il colosso di Zuckerberg, inoltre, sta virando sempre più verso l’uso militare delle sue tecnologie: ad esempio, ha revocato [8] il divieto di utilizzo militare della sua IA Llama per le aziende statunitensi e ha annunciato [9]un partenariato con le industrie Anduril, con l’obiettivo di sviluppare visori per la realtà virtuale per il controllo di macchinari da campo senza pilota. Anche il Pentagono utilizza l’IA di Meta: si tratta di un modello linguistico di grandi dimensioni che si basa su dati pubblici e concessi in licenza, ottenuti [10] anche da post condivisi pubblicamente dagli utenti su Facebook e Instagram e interazioni degli utenti con l’intelligenza artificiale di Meta. Questi dati possono ora essere utilizzati dall’esercito statunitense e dagli appaltatori dell’industria bellica per scopi di sorveglianza e guerra.
Tecnologie Palantir e Vanguard

Nel corso di un ventennio, Palantir, di proprietà del miliardario Peter Thiel, è diventata di fatto il sistema operativo di dati per la guerra, le attività di polizia, il controllo dell’immigrazione e l’analisi di intelligence. Palantir ha accumulato almeno 1,3 miliardi di dollari in contratti militari statunitensi per la costruzione di piattaforme di sorveglianza di nuova generazione utilizzate sia dalle forze armate che dalla polizia nazionale. L’azienda specializzata nell’analisi di big data sta peraltro svolgendo un ruolo determinante nella Striscia di Gaza assediata, dove i suoi prodotti [11] supportano l’applicazione, da parte di Israele, di un sistema di puntamento basato sull’intelligenza artificiale noto come Lavender. Il consiglio di amministrazione dell’azienda è apertamente filoisraeliano e a gennaio, per la prima riunione del 2025, si è riunito a Tel Aviv dichiarando [12] esplicitamente il suo sostegno a Israele. Per tutto il mese di maggio, le azioni di Palantir sono esplose [13], rendendola la società con le migliori performance nell’indice S&P 500. Il sistema di spionaggio Palantir permette inoltre la sorveglianza di massa [14] anche dei civili americani attraverso la raccolta dei dati personali della popolazione.
La società consulente d’investimenti statunitense Vanguard, invece, risulta il più grande investitore al mondo nella produzione di armi nucleari. Nel 2022, Vanguard ha investito la cifra da capogiro di 68,2 miliardi di dollari in aziende produttrici di armi nucleari, tra cui Aerojet Rocketdyne (Stati Uniti, Regno Unito), Airbus (Paesi Bassi), BAE Systems (Regno Unito), Boeing (Stati Uniti), General Dynamics (Stati Uniti), Honeywell (Stati Uniti), L3Harris (Stati Uniti), Leonardo (Italia), Lockheed Martin (Stati Uniti), Northrop Grumman (Stati Uniti), RTX (Stati Uniti), Safran (Francia) e Thales (Francia). È inoltre tra i primi due azionisti di Amazon (7,97%), Palantir (9,43%), Northrop Grumman (9,37%) e Meta (8,88%).
L’operato di queste aziende mostra come la concentrazione di ricchezza nella mani di pochi miliardari comporti anche una concentrazione di potere che svuota immediatamente di significato e di credibilità le società cosiddette democratiche, in cui le decisioni che contano non sono prese dai cittadini, ma sono fondate sul potere del denaro. È quella che viene definita plutocrazia e trova il suo centro pulsante nelle grandi società tecnologiche, nella Silicon Valley e nella potente finanza internazionale. Inutile dire che questa oligarchia porta avanti un’agenda distopica di controllo tecnologico e profilazione digitale della popolazione e sta ora virando radicalmente verso il settore bellico, considerato anche l’inquieto e incerto scenario geopolitico. Il tutto mostra anche come la tecnologia – considerata una conquista della civiltà moderna – possa essere impiegata velocemente in settori di guerra provocando distruzione e morte come sta dimostrando il caso di Gaza. Tale concentrazione di potere in una ristretta cerchia di persone – che spesso sposa l’ideologia transumanista e tecnoscientista – non potrà che erodere ulteriormente i diritti dei lavoratori e influenzare l’agenda politica globale in una direzione autoritaria e fortemente propensa alla guerra, all’oppressione e alla militarizzazione. Il tutto mentre le economie occidentali subiscono un brusco declino.